Su di una lancia di quattro metri. È in questo modo che, ieri pomeriggio, 13 migranti di origine nordafricana si apprestavano a sbarcare a Licata. La guardia costiera, guidata dal tenente di vascello Giuseppe Maggio, li ha intercettati a miglia dalla costa ed è intervenuta. Anche i militari sono rimasti sorpresi quando hanno visto su che tipo di natante si trovavano gli immigrati. Hanno fatto due conti e ci hanno messo pochissimo a capire che con quella barchetta non avevano potuto affrontare il Canale di Sicilia, dopo essere partiti da Tunisia o Libia.
Ed è allora che si è fatta concreta l’ipotesi, già avanzata due giorni fa quando altri 46 immigrati erano stati soccorsi al largo della costa licatese, di una nave madre che staziona al largo e almeno una volta al giorno abbandona il proprio carico umano in mare, a bordo di barche in confronto alle quali i tradizionali barconi sono dei panfili di lusso. I migranti avevano il motore in avaria e uno di loro era ferito. Tutti uomini – giovani e pare maggiorenni – sono stati trasferiti a bordo della motovedetta della guardia costiera e accompagnati al porto di Licata, dove è stato trainato anche il piccolo natante. Il ferito è stato trasportato al pronto soccorso del San Giacomo d’Altopasso (un’autoambulanza lo attendeva sulla banchina del porto) e medicato. Per lui niente di grave. In serata il trasferimento a Porto Empedocle e successivamente nelle strutture di accoglienza.
Per Licata, dove gli sbarchi avvenivano con cadenza quasi quotidiana fino a una decina di anni fa, si tratta del secondo approdo in 24 ore. Giovedì un motopesca con a bordo anche cinque donne era stato avvistato da un peschereccio licatese al largo della costa. La motovedetta della guardia costiera, insieme a un natante della guardia di finanza e a una seconda motovedetta di Gela, erano intervenute in mare. I militari avevano soccorso i migranti e poi avevano scortato la loro imbarcazione fino al porto di Porto Empedocle.
Secondo gli inquirenti la nave madre” che si trova, con molta probabilità, al centro del Mediterraneo, starebbe sfruttando le favorevoli condizioni del mare di questo periodo. Si potrebbe essere in presenza, comunque, di una nuova strategia degli sbarchi. Non più barconi stracarichi di persone che vengono intercettati nel Canale di Sicilia, ma magari un numero maggiore di migranti su di una grossa nave che, utilizzando dei barchini, li lascia a poche miglia dalla costa siciliana. Negli scorsi giorni, a segnalare l’aumento di questa particolare modalità di sbarchi era stata anche l’associazione ambientalista Mareamico. L’arrivo dei migranti sarebbe avvenuto a bordo di comuni barche da pescatori arrivate sulla spiaggia di Drasy, vicino Punta Bianca. All’interno delle imbarcazioni sono stati trovati degli indumenti.
Vanno avanti, intanto, i soccorsi in mare. Nelle ultime 24 ore sono state recuperate 2550 persone, che stavano viaggiando verso l’Italia. In particolare, durante la notte quattro imbarcazioni sulle quali vi erano in totale 550 migranti sono state soccorse dalla nave Diciotti della guardia costiera, da una unità della marina militare italiana, da una nave del dispositivo Frontex e da un natante di una Ong.
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