Migranti, prete invita Salvini a visitare i campi libici «Basta con politiche dell’odio, trascorra lì le vacanze»

Ha riunito i suoi fedeli in parrocchia per digiunare e pregare contro una legge che lui stesso definisce «disumana». Una protesta civile partita dalla piccola parrocchia di Santa Lucia a Castelvetrano

A guidarla è don Baldassare Meli che ha scelto il digiuno e la preghiera per esprimere «solidarietà a padre Alex Zanotelli (religioso comboniano impegnato a favore dei migranti, ndr) e tutti i disperati costretti a fuggire dai loro Paesi e dire no al decreto sicurezza bis del ministro Salvini». L’annuncio è stato pubblicato sulla pagina Facebook della parrocchia con tanto di video in cui il prete pone alcune domande al ministro dell’interno suggerendo tra l’altro a Salvini di andare a «trascorrere una settimana delle sue ferie come migrante nei centri di raccolta libici condividendo tutto con gli ospiti». 

Tanti gli insulti comparsi sul social nel giro di poche ore. Dal sempreverde «portateli a casa tua» a veri e propri inviti a lasciare l’Italia e trasferirsi in Africa. «Effettivamente li ho già accolti», commenta don Meli che ha trascorso 17 anni a Palermo presso il centro Santa Chiara. «Durante la mia esperienza a Palermo – sottolinea – abbiamo accolto oltre cento immigrati. Tutto è cominciato dall’apertura del poliambulatorio e poi all’accoglienza dei senzatetto». E a chi lo accusa di fare politica risponde: «La mia missione, da uomo di chiesa, è di stare sempre dalla parte degli ultimi, degli emarginati, di qualsiasi colore o etnia. Con questo gesto – aggiunge – volevo dare un segnale, smuovere le coscienze. Queste scelte politiche colpiscono i diritti umani. Politiche di odio – prosegue don Meli – che stanno generando una guerra tra poveri. Se è vero che molti giovani italiani sono costretti ad andare all’estero per trovare un lavoro e una vita dignitosa, non possiamo dare la colpa di tutto questo agli immigrati che a loro volta sono alla ricerca di una vita migliore. La colpa è solo dei governi che si sono succeduti alla guida del Paese, incapaci di risolvere i problemi. Da uomo di chiesa io dico – conclude il parroco – prima gli esseri umani».


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