Una corsia preferenziale verso l’Europa che, in quanto tale, andava pagata in maniera adeguata. Sarebbero costati tra i tremila e i cinquemila euro i viaggi clandestini che dalla Tunisia portavano nel Trapanese. A scoprirli è stata la Direzione distrettuale antimafia di Palermo nell’ambito di un’inchiesta che ha visto in campo i finanzieri del nucleo economico-finanziario di Palermo e i militari della Compagnia di Marsala. Tredici i fermi disposti. I provvedimenti sono stati spiccati nei confronti di persone di nazionalità tunisina, italiana e marocchina. Le traghettate, a bordo di gommoni veloci, sarebbero partite dalla provincia tunisina di Nabeul e sarebbero servite anche a portare in Italia sigarette di contrabbando. Ogni viaggio avrebbe fruttato un guadagno che andava tra i 30 e 70mila euro e prevedeva, dopo lo sbarco, un servizio di collegamento verso i luoghi in cui ai migranti venivano dato cibo e vestiti.
L’indagine già dal nome – Scorpion Fish 2 – richiama quella che a giugno del 2016 portò a 17 misure di custodia cautelare, nei confronti di un gruppo accusato di occuparsi dell’ingresso nel territorio italiano di migranti. In quell’inchiesta si parlò anche della possibilità che il canale fosse stato usato da persone vicine al jihadismo, anche se poi nelle carte in mano alla procura i riferimenti a questo scenario sono apparsi secondari e suscettibili di possibili errori di traduzione. L’ipotesi, tuttavia, ritorna anche oggi: nello specifico, durante una telefonata, uno dei migranti interessato a lasciare il Nordafrica per arrivare in Sicilia avrebbe fatto sapere di volere raggiungere la Francia per compiere un’azione da cui non era sicuro che sarebbe riuscito a ritornare. Il riferimento, per gli inquirenti, sarebbe a un possibile attentato terroristico.
Alla guida del gruppo ci sarebbero stati Bassem Zarai e Marouan Ben Said. Sarebbero stati loro due i principali organizzatori e promotori delle traversate, occupandosi anche della logistica necessaria a mettere in condizione i migranti arrivati in Sicilia di prepararsi per i nuovi spostamenti che avrebbero intrapreso per raggiungere le destinazioni desiderate. Al momento non ci sarebbero elementi per stabilire se il gruppo abbia avuto rapporti con quello bloccato nel 2017. Per quanto riguarda il coinvolgimento degli italiani, stavolta, a differenza dell’operazione Scorpion Fish, si tratta soltanto di una siciliana. Si sarebbe occupata dello smistamento delle sigarette lavorate all’estero e smerciate in più parti della Sicilia, tra cui i quartieri popolari di Brancaccio e Ballarò.
I nomi dei fermati:
Mehdi Ben Ayed
Marouan (alias “Marwen”) Ben Said
Bilel Bouanzi
Abdelhak (alias “Chtewi”) El Jabiri
Fouzia (alias “Aicha” alias “Sofia”) Ganouane
Mondher Hamrouni
Hamid Hassoune
Bilel Jebali
Adele Rita Micalizzi
Souhaiel Nabi
Mokhtar Riani
Bassem Zarai
Mohamed Zoubiri
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