Il primo cittadino etneo risponde alle accuse pubblicate sul report mensile stilato dall'Agenzia per i diritti fondamentali dell'Europa. Che aveva bollato le sue parole sull'accoglienza dei migranti a Paternò come impregnate di ostilità. «Mi rifiuto di essere descritto come un razzista», scrive
Migranti e incitamento all’odio, replica sindaco Naso «Dipinto in modo sbagliato, disponibile a discutere»
Il sindaco di Paternò Nino Naso replica al’articolo di MeridioNews sul report mensile stilato dall’Agenzia Ue per i diritti fondamentali. Un documento in cui il primo cittadino etneo veniva citato nel capitolo Hate speech e violent crime, dedicato a casi di violenza fisica o verbale in cui sono coinvolti richiedenti asilo o rifugiati nei vari paesi comunitari. Nello specifico venivano bollate come intrise di incitamento all’odio le sue parole sull’impossibilità per la comunità paternese di riuscire a permettersi l’arrivo di 50 rifugiati politici. Naso aveva anche promesso «barricate» contro l’eventuale arrivo di migranti, ipotizzato dalla prefettura, in un edificio privato di tre piani in via delle Gemme. Di seguito la sua replica in forma integrale.
«Sono costretto a tornare su un argomento che sta a cuore a Paternò e ai paternesi – scrive il primo cittadino -. Lo faccio per l’ultima volta, dato che la mia posizione è nota, ma dopo le molteplici esternazioni di oggi a seguito di una triste rassegna stampa che dipinge questo sindaco in modo inappropriato, un mio intervento risulta essere assolutamente pertinente. Ho detto e ripetuto più volte che questa città non è attualmente in grado di accogliere e gestire l’arrivo di migranti in modo incondizionato, senza alcun controllo, senza opportune verifiche dei luoghi interessati ed ovviamente in barba alla sicurezza dell’intera città già in alcune sue parti sensibilmente compromessa. L’ho detto, lo ripeto e mi rifiuto che tale posizione, che è quella che ci chiedono di assumere ogni giorno i nostri concittadini, venga descritta come una posizione razzista. Ho intrattenuto un incontro con il prefetto di Catania al quale ho esternato tutte le mie preoccupazioni nell’interesse esclusivo della comunità che rappresento, una comunità che ad oggi si ritrova a condividere nella sua larghissima parte tale linea da noi assunta.
Da cristiani è d’obbligo una riflessione sul tema dell’accoglienza e dell’aiuto a chi ha più bisogno. Da una vita sono vicino e aiuto anche personalmente, insieme a tanti altri amici, donne e uomini che versano in gravissime difficoltà senza dover ricorrere ad un’inopportuna propaganda. E ciò che facciamo oggi, ponendo massima attenzione, lo facciamo nei confronti di tanti paternesi che soffrono quotidianamente nel silenzio e nell’indifferenza quasi generale, compresa l’indifferenza di questa Europa che getta ombre inquietanti e vergognose su sindaci che lavorano sedici ore al giorno senza sosta, e che al tempo stesso ignora il grido di aiuto dei cittadini europei, nel nostro caso di cittadini paternesi verso cui rivolgo le mie più forti attenzioni ogni giorno.
Siamo contro l’accoglienza che diventa business, siamo contro le decisioni assunte dall’alto senza che ci si confronti con chi governa gli enti locali. Siamo sempre stati disponibili ad una discussione sull’accoglienza giusta e doverosa dei profughi. Ma se il tema diventa l’imposizione dell’accoglienza incondizionata e fuori controllo di immigrati clandestini a Paternò, pagata con i soldi di tutti e a dieci metri da una scuola materna, dico che ci opporremo con ogni mezzo possibile».