L'idea della manifestazione è partita da Librino e si pone come obiettivo di estendere la mobilitazione al resto d'Italia, per fare da contraltare alle iniziative anti-immigrazione. Oggi sarebbe dovuta arrivare la nave C-Star del gruppo di Generazione identitaria, ma è rimasta bloccata a Suez. Intanto la Rete antirazzista etnea si mobilita
Migranti, da Catania il no alla nave degli identitari «Il 16 settembre grande corteo per l’accoglienza»
«Una grande manifestazione di popolo, colorata. A Catania, sì, ma anche a Palermo, Siracusa, Milano, Roma… Ci stiamo lavorando». L’appuntamento è fissato per il 16 settembre, data in cui – nel 2006 – a un corteo antifascista organizzato nel capoluogo etneo se n’era contrapposto un altro, voluto invece dal movimento neofascista Forza nuova. Erano giorni strani: a giugno la sfilata del Pride catanese era stata interrotta da un centinaio di militanti di estrema destra, c’era tensione. Un nervosismo che torna adesso, su un tema diverso: i migranti e l’accoglienza.
La nave C-Star del gruppo di Generazione identitaria sarebbe dovuta arrivare oggi al porto catanese ma è ancora ferma, secondo i rilievi satellitari, nel porto di Suez. Prima che arrivi a Catania, quindi, dovrebbe volerci ancora qualche altro giorno. «La deriva che stiamo prendendo è incredibile, ormai non ci sembra strano più niente. Neanche che un’imbarcazione venga a reclutare gente a Catania affinché faccia parte di un organismo para-militare». Al molo 8 del porto c’è anche Piero Mancuso, dei Briganti rugby Librino. La proposta della manifestazione settembrina viene proprio dall’associazione sportiva, ma la Rete antirazzista catanese, con tutte le sue anime, sembra averla sposata pienamente.
Una sorta di pride dell’accoglienza, «per ricordare che Catania è una città che apre le porte. Poi sì, la situazione va gestita, ma i punti fondamentali sono due: non li lasci morire in mare e, dopo averli aiutati nel Mediterraneo, li aiuti anche a terra. È una questione di umanità». Alla conferenza stampa delle associazioni antirazziste ci sono una trentina di persone. Gli striscioni se la prendono con Frontex e parlano della necessità di aprire corridoi umanitari e di concedere il diritto d’asilo europeo. «Tanto loro qui non ci vogliono rimanere», dice Mancuso. «Non ci vogliamo restare neanche noi», sorride un ragazzo che gli è accanto. «Noi andiamo a fare i baristi e i camerieri a Londra perché abbiamo questa possibilità, perché siamo nati in un posto dove possiamo farlo – continua il giovane – Loro no. In più arrivano in un posto dove l’unico lavoro che trovano è in nero». E quindi niente permesso di soggiorno per motivi lavorativi, perché anche quelli vanno dimostrati.
L’attracco della C-Star a Catania, però, è solo rimandato. Un lungo elenco di associazioni ha chiesto ad autorità portuale, Comune di Catania, prefettura e questura di impedire l’accesso al porto ai militanti di estrema destra che vogliono aiutare la guardia costiera libica a respingere i barconi. Ostacolando il lavoro delle Ong che nel Mediterraneo, invece, soccorrono i migranti e li aiutano a raggiungere – sani e salvi – i porti siciliani. «Remigrazione», la chiamano. In consiglio comunale è arrivato un ordine del giorno per unirsi «alla mobilitazione nazionale e internazionale, al fine di indurre le istituzioni competenti a promuovere azioni di prevenzione utili al fine di impedire situazioni di ulteriore pericolo per i naufraghi e i soccorritori». Il sindaco Enzo Bianco, al Guardian, ha detto che l’attracco della nave di Generazione identitaria a Catania sarebbe «pericoloso per l’ordine pubblico».
«I migranti ci dicono che sono più i morti in Libia che quelli nel Mediterraneo – interviene Alfonso Di Stefano, animatore della Rete antirazzista catanese – Adesso l’Europa ha in programma di armare la guardia costiera libica e impedire le partenze». Cose che non farebbero altro che peggiorare la situazione di chi tenta di scappare. «La nave di Generazione identitaria è ripartita oggi e arriverà tra cinque, sei giorni, noi vigileremo».
Alcuni degli attivisti che si imbarcheranno, nel frattempo, sono già arrivati nel capoluogo etneo. Le foto di un ragazzo tedesco in via Vittorio Emanuele sono pubblicate sulla pagina Facebook del programma Defend Europe, come l’hanno chiamato i militanti. È la seconda volta che Catania è al centro delle attenzioni del movimento identitario internazionale. A maggio alcuni esponenti con un gommone avevano tentato di rallentare l’uscita della nave Aquarius dell’organizzazione non governativa Sos Mediterranée, senza particolare successo. «Un fatto gravissimo, che è servito ad alimentare una propaganda razzista senza pari», conclude Mancuso.