Due cittadini egiziani, Mahamad Yusri, 27 anni, e Walid Al Masri, quarantenne, sono stati arrestati perché ritenuti membri dell'equipaggio di una imbarcazione soccorsa nel Canale di Sicilia. I 282 migranti a bordo sono stati trasportati a Catania, ospitati per la maggioranza nell'impianto sportivo comunale. Altri 12 sono stati accolti nella Casa don Pino Puglisi di Zia Lisa. Al momento, nella struttura del Centro Astalli, è rimasta una famiglia siriana: 2 adulti e 4 bambini, uno dei quali disabile. Ha affrontato il viaggio su una carrozzella
Migranti, arrestati due presunti scafisti Accoglienza al Palaspedini e in via Delpino
Mahamad Yusri, 27 anni, e Walid Al Masri, quarantenne, entrambi cittadini egizioni, sono stati arrestati lo scorso 12 agosto a Catania dagli agenti della Squadra mbile in quanto gravemente indiziati del reato di favoreggiamento dellimmigrazione clandestina. I due sono stati individuati quali membri dellequipaggio dell’imbarcazione di legno di circa 25 metri su cui viaggiavano 282 persone, soccorsa nel pomeriggio dell’11 agosto in acque internazionali dalla nave Borsini della Marina militare. Con loro è stato denunciato per lo stesso reato anche un minorenne, S.S., anche lui egiziano.
I migranti, arrivati nel porto di Catania martedì, sono prevalentemente di nazionalità siriana, e da qui ospitati in maggioranza all’interno della struttura comunale del Palaspedini. 12 di loro sono stati invece ospitati all’interno della Casa don Pino Puglisi del Centro Astalli, in via Delpino, nel quartiere Zia Lisa.
«Le persone ospitate da noi – spiega Loriana Mola del Centro Astalli – sono attualmente 6: è rimasto solo un nucleo familiare siriano. I genitori sono due persone molto colte, due insegnanti, e parlano bene inglese. Con loro ci sono quattro bambini: uno di loro è disabile, e ha affrontato il viaggio in carrozzella. Abbiamo provveduto a procurargliene una in condizioni migliori», afferma la volontaria. Le altre sei persone – quattro donne incinte, di cui una eritrea e due uomini – sono già andate via. «Attualmente noi siamo a disposizione del Comune e della Prefettura per ospitare altre persone, ma non sappiamo tempi e modalità – continua Mola – Stiamo fornendo un servizio di assistenza: c’è chi ha avuto bisogno di acquistare un cellulare prima di partire, qualcun altro di prelevare denaro in centro. Per quanto riguarda i pasti, e i generi di prima necessità, sono forniti dalla protezione civile», conclude. Dal Palaspedini, così come in via Delpino, sono già andate via molte persone, almeno un centinaio: la destinazione, sono sempre i Paesi del nord Europa, come Germania e Svezia.