Un incontro al teatro Nino Martoglio della cittadina etnea è stata l'occasione per riunire sindaci, deputati regionali e assessori. Impegnati a festeggiare il traguardo - rivendicando il ruolo politico - rappresentato dalla metro e a progettare il futuro
Metropolitana, le scadenze delle prossime fermate Si pensa a bus navetta per collegare Belpasso centro
Dall’hinterland all’aeroporto con la sola valigia in mano. Senza auto, traffico e parcheggio. È stato questo il leit motiv dell’incontro che si è tenuto a Belpasso, al teatro Nino Martoglio, organizzato dall’associazione EssereBelpasso per discutere del collegamento via metropolitana tra la città e il Comune etneo. Un confronto, moderato dalla direttrice della tv Sestarete Valentina Mammino, che ha visto sul palco – e tra il pubblico – rappresentanti della politica locale e regionale, insieme al direttore di Fce Salvatore Fiore. Il cui intervento è stata l’occasione per fare il punto sulle prossime fermate della metro catanese, a cui si è aggiunta la proposta dell’associazione per collegare il centro di Belpasso alla fermata prevista, troppo lontana per essere davvero fruibile senza auto.
L’argomento – e forse il periodo pre-elettorale – ha portato al teatro Nino Martoglio diverse personalità politiche. Come, tra il pubblico, i deputati regionali del territorio Gaetano Galvagno (Fratelli d’Italia), Giuseppe Zitelli (Diventerà bellissima) e Gianina Ciancio (Movimento 5 stelle). Assente giustificato il sottosegretario ai Trasporti Giancarlo Cancelleri, rimasto a Roma. Ad aprire gli interventi sono stati i sindaci su palco: Salvo Pogliese, primo cittadino di Catania, con i colleghi Daniele Motta di Belpasso e Nino Naso per Paternò. Insieme a loro, anche Salvatore Caccamo, commissario del Comune di Misterbianco, e Alfio Papale, nella doppia veste di deputato regionale in quota Forza Italia ed ex sindaco di Belpasso.
I quali non hanno potuto fare altro che ribadire l’importanza strategica di una infrastruttura come la metro, specie nell’ottica del collegamento con l’aeroporto. E a non pensare solo a chi parte ma anche a chi arriva, è stato Naso, che ha condiviso un sogno forse ancora più avveniristico della metro stessa, che arriverà solo nel 2026: «Immagino già i turisti da Catania arrivare direttamente nei nostri Comuni, per questo con gli altri sindaci dobbiamo attrezzarci per offrire un pacchetto». A riportare la platea a più concrete faccende è stato Papale, che si è detto innanzitutto felice dell’iniziativa dei giovani, perché «fanno politica non solo imparando a cercare voti, ma occupandosi della città».
Lo spunto perfetto per passare alle cifre e alle scadenze, presentate da Salvatore Fiore, direttore di Fce. Si è iniziato per l’appunto dalla tratta più attesa, la Stesicoro-aeroporto, dal costo totale di circa 550 milioni di cui 402 finanziati dall’Unione europea. Con 8 fermate per collegare il centro alla periferia Sud di Catania, è divisa in due lotti: il primo – Stesicoro-Palestro con in mezzo le fermate San Domenico e Vittorio Emanuele – è già in corso di costruzione con la fine dei lavori prevista per fine anno; e poi il completamento fino all’aeroporto – e le fermate intermedie di San Leone, Verrazzano, Librino e Santa Maria Goretti, con parcheggio scambiatore – per cui bisognerà attendere invece fino al 2026.
Dal lato opposto, invece, la tratta Nesima-Misterbianco – per poco meno di 125 milioni di euro – con le fermate di Fontana, Monte Po – apertura prevista per fine anno, «mancano solo le finiture», promette Fiore – e poi Misterbianco zona industriale per arrivare alla fermata del centro, previste per il 2024. Da qui prenderà vita il prolungamento verso Paternò – una tratta mista tra scavo e superficie, per limitare l’impatto acustico e visivo – con 5 fermate: Gullotta – pensata per servire i cittadini di Motta Sant’Anastasia con un parcheggio scambiatore -, Belpasso – e, più precisamente, Piano Tavola «sanando l’attuale frattura del territorio dovuta alla linea ferrata» -, Valcorrente – la cosiddetta fermata Etnapolis -, Giaconia e Ardizzone. Da lì è previsto un people mover verso il centro di Paternò, «un ascensore orizzontale, una sorta di navetta», spiega l’ingegnere di Fce. «Per un totale di 30 chilometri di linea e 29 fermate entro il 2026, tra cui quella dentro l’aeroporto, con scavo, come a Linate», annuncia Fiore, l’uomo più elogiato della serata da tutti gli intervenuti.
Al progetto si è aggiunta la proposta dell’associazione EssereBelpasso per ovviare a un problema: se Paternò avrà la sua navetta verso il centro urbano, che ne sarà di Belpasso con una fermata della metro prevista a chilometri dall’abitato? Da qui l’idea di un metro shuttle sul modello di quello realizzato a Catania dalla stazione Milo verso la Cittadella universitaria. Un bus che partirà dalla fermata di Piano Tavola e percorrerà 13 fermate attraverso Belpasso, lungo le vie principali e la circonvallazione, per un totale di 13 chilometri e un tempo di percorrenza di 40 minuti con frequenza di 20 minuti all’ora di punta e 40 minuti nel resto della giornata. Immaginati anche tre punti di interscambio: Sant’Antonio, Purgatorio e Borrello. Parte del progetto, infine, la presenza di paline elettroniche con aggiornamenti sulle corse e la possibilità di ricevere informazioni via sms e con una app per smartphone.
L’idea raccoglie il plauso di tutti i protagonisti. «Dico sempre che il sistema su gomma rimane ottimo, perché la metro non può essere un servizio porta a porta – dice Fiore – È piuttosto un asse portante che va integrato con politiche di mobilità che garantiscano frequenza e capillarità. Il progetto sarà oggetto di valutazione da parte di Fce». Un coro unanime, la cui unica nota viene dal sindaco di Belpasso, Daniele Motta: «Una simile interlocuzione era nell’aria ma non ancora strutturata. Io ho solo una piccola perplessità: l’attuale trasporto su gomma di Fce non mi sembra stia andando benissimo, specie quello scolastico». «Abbiamo attraversato un momento particolare, con la capienza sul trasporto scolastico ridotta al 50 per cento – risponde il direttore – E parliamo delle ore di punta, quelle su cui si programma il fabbisogno di mezzi. È chiaro che non avessimo mezzi di scorta da aggiungere».
A tirare le fila della questione è l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone: «Su questa proposta, ho presto fatto due conti: 26 chilometri totali, tra andata e ritorno, per 15 volte al giorno, per 365 giorni fa circa 100mila chilometri all’anno. La Regione paga 1,50 euro a chilometro, quindi sarebbero circa 150mila euro. Con un colpo di penna, i parlamentari locali qui presenti possono far incrementare la spesa. Amt, a Catania, offre già questo servizio gratuitamente, ma è un lavoro e va indennizzato, cosa che faremo nei prossimi mesi».