Ieri pomeriggio due uomini a volto coperto hanno puntato la pistola contro l'ex collaboratore, fratello del capo indiscusso del quartere, per poi sparare ai due ventenni che erano con lui. Uno è stato ferito alla schiena, l'altro alla scapola. La polizia indaga su possibili nuovi equilibri tra clan rivali
Messina, spari contro il pentito Carmelo Ferrara Illeso l’ex boss del rione Cep, feriti due nipoti
Ha puntato la pistola contro Carmelo Ferrara, ex boss ed ex collaboratore di giustizia. Ma poi qualcosa deve essere andata storta perché proprio lui – il fratello di Iano Ferrara, capo indiscusso del rione Cep – è stato l’unico a rimanere illeso. Due dei proiettili calibro 7.65 esplosi dal killer hanno raggiunto Gabriele Ferrara, 21enne figlio di Iano Ferrara, e Francesco, 24enne, figlio di un altro fratello.
È successo ieri pomeriggio alle 16.30 a Messina, nella piazzetta tra via delle Essenze e via Pietro da Messina al villaggio Cep. I tre stavano per salire a bordo dell’Audi A3 di Carmelo Ferrara quando sono arrivati i due uomini, con il volto coperto dai caschi in sella ad uno scooter. Il sicario è sceso dal mezzo a due ruote, puntando la pistola contro il più grande dei Ferrara. Cosa sia accaduto nei frangenti successivi che hanno portato all’esplosione di un intero caricatore di 7.65 è all’esame della squadra mobile. Di certo c’è che l’altezza delle ferite che hanno riportato Gabriele e Francesco Ferrara lascia pochi dubbi sull’intenzione di uccidere. Il primo è stato ferito alle spalle mentre tentava di sottrarsi al killer, il cugino è invece stato colpito alla scapola e il proiettile è uscito dall’ascella.
I due ragazzi sono stati portati al Policlinico. Il 21enne è stato operato per estrarre il proiettile conficcato nelle spalle. Non corrono pericolo di vita. Quello che gli investigatori stanno cercando di capire è come sia possibile che Carmelo Ferrara, anche lui ex collaboratore di giustizia, sia rimasto illeso nonostante sia stata la persona contro la quale il killer ha puntato la pistola per primo. Le indagini non escludono al momento alcuna pista. Debole sembrerebbe la possibilità che il tentato duplice omicidio possa essere riconducibile alle collaborazioni di giustizia di Iano e Carmelo Ferrara, ritenute troppo lontane nel tempo. Il fatto di sangue potrebbe invece ricondursi ad un riequilibrio interno tra clan.