Il primo cittadino del capoluogo ha invitato i colleghi della Città metropolitana a manifestare contro lo stato degli enti di area vasta che dovrebbero andare al voto a fine giugno. Consegnata simbolicamente la fascia nelle mani del viceprefetto
Messina, sindaci sfilano contro il prelievo forzoso De Luca: «Non ha senso fare elezioni ex Province»
Settantatré primi cittadini sui 108 della Città metropolitana di Messina hanno risposto all’appello del sindaco Cateno De Luca e oggi hanno sfilato in corteo da piazza Duomo fino alla prefettura. Una marcia contro «il meccanismo diabolico del prelievo forzoso attuato per contribuire al risanamento del debito pubblico e in cui l’esclusivo creditore è lo Stato – ha detto al microfono il sindaco metropolitano -. Oggi ci ritroviamo uno squilibrio di 12 milioni di euro per l’anno 2018 che rischia di far saltare circa 300 milioni di euro di investimenti. Non dimentichiamo che la Città Metropolitana non è soltanto il soggetto attuatore del Masterplan a titolarità dei vari Comuni della provincia, ma è anche il soggetto principale dei progetti».
Concetti ribaditi prima di sfilare per le vie della città seguito dai primi cittadini che, arrivati davanti al palazzo del governo, sono stati accolti dal viceprefetto Carmelo Musolino al quale simbolicamente De Luca ha consegnato nella mani la fascia di sindaco dei 108 comuni che rappresenta. Si tratta dell’ultimo atto di una battaglia che già a febbraio ha visto mettere in ferie forzate i dipendenti della ex Provincia e dieci giorni fa formalizzare il rifiuto a celebrare le elezioni di secondo livello per eleggere i componenti del Consiglio della Città metropolitana, fissate in Sicilia per il 30 giugno. «Non firmerò più atti nella mia qualità di sindaco della città metropolitana di Messina. Se il governo nazionale ha deciso di far saltare tutte le ex Province siciliane, provveda anche a nominare dei commissari ad acta che si prendano le denunzie per omissione di intervento che stiamo già subendo per mancanza dei bilanci – ha avvisato De Luca -. Se saremo costretti a dichiarare il dissesto finanziario, non comprendo perché dobbiamo celebrare queste elezioni».
E a seguito di questa decisione il dipartimento regionale alle Autonomie locali ha nominato Giuseppe Petralia quale commissario ad acta che ha indetto i comizi elettorali per l’elezione dei quattordici componenti del Consiglio metropolitano. De Luca ha invitato i sindaci presenti a inviare un messaggio all’assessora regionale Bernadette Grasso anche utilizzando i social network, spiegando ancora una volta che è necessario trovare una soluzione che permetta di amministrare la Città metropolitana senza la spada di Damocle del prelievo forzoso e invitandola a revocare i comizi elettorali.
Non è stata accolta con favore dal sindaco metropolitana la proposta avanzata dal sottosegretario all’Economia Alessio Villarosa, esponente del Movimento 5 stelle e originario proprio del Messinese. Villarosa, da tempo al lavoro a Roma sul dossier sulle ex Province siciliane, ha comunicato nei giorni scorsi che le soluzioni trovate per mettere una toppa sulla grave situazione finanziaria consisteranno nella possibilità di approvare gli esercizi 2018 e precedenti anche in assenza di bilanci previsionali approvati, la predisposizione per il 2019 di un bilancio di previsione solo annuale, l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione libero, destinato e vincolato per garantire il pareggio finanziario, e la possibilità di effettuare variazioni di bilancio in entrata o in uscita in caso di esercizio provvisorio per utilizzare risorse pubbliche. La proposta di Villarosa prevede anche il trasferimento a carico della Regione Siciliana, per l’anno 2019, di un importo complessivo di 150 milioni di euro, utilizzando 140 milioni di euro di risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione e altri dieci milioni dal bilancio statale a titolo di riduzione del contributo alla finanza pubblica, il tanto contestato prelievo forzoso. Soluzione che però ha spiegato più volte il sindaco De Luca non risolverebbe il problema del triennio e quindi non fa altro che far slittare nel tempo un problema che invece merita di essere definitivamente risolto.