Per la seconda volta nella città dello Stretto scatta il divieto. È un'azienda che pubblicizza prodotti medicali. Su segnalazione del Comune, è intervenuto l’istituto di Autodisciplina pubblicitaria. «L'immagine non presenta alcuna relazione con i prodotti in vendita», spiega l'assessora alle Pari opportunità
Messina, oscurata un’altra pubblicità sessista Manifesti vietati dopo segnalazioni dei cittadini
Messina e la pubblicazione sessista, seconda puntata. Dopo il manifesto che lo scorso aprile riprendeva una donna su un materasso e la scritta «se vuoi, puoi provami!», a far scattare l’intervento dell’assessora Nina Santisi è un nuovo cartellone pubblicitario che vede riprodotta l’immagine di una donna a mezzo busto che offre «una rappresentazione svilente della persona, non tanto per la nudità in sé, ma per il contesto in cui si trova, non presentando alcuna relazione con i prodotti in vendita».
Con questa motivazione, il comitato di controllo dell’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, con sede a Milano, ha emesso un provvedimento che intima alla ditta responsabile del manifesto di interrompere la pubblicità. A sollecitare l’intervento dell’organo di controllo era stato l’assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Messina. Ma i primi a indignarsi erano stati alcuni messinesi che ne avevano segnalato la presenza a palazzo Zanca.
Il manifesto in questione, affisso nelle vie cittadine, pubblicizza prodotti medicali ed elettromedicali, oltre ad articoli per l’infanzia, utilizzando in modo inopportuno e lesivo l’immagine di una donna a mezzo busto. L’assessora alle Pari opportunità Santisi invita la cittadinanza «a continuare a segnalare gli eventuali casi di utilizzo improprio dell’immagine della donna che offendono la dignità della persona, veicolando rappresentazioni discriminatorie».