Un problema annoso che più volte associazioni e comitati hanno provato a risolvere. Un euro e 20 centesimi quanto chiesto agli automobilisti. «È un po’ come chiedere di pagare la tangenziale, la barriera ricade ancora dentro il territorio messinese», spiegano due consiglieri che hanno lanciato la petizione
Messina, il pedaggio all’uscita di Villafranca Raccolta firme per eliminarlo. «È un abuso»
Da anni va avanti la battaglia per l’abolizione del pedaggio autostradale alla barriera di Ponte Gallo a Messina. Più comunemente conosciuta come uscita autostradale Villafranca, ricade nel territorio messinese. E proprio su questa circostanza si basa la richiesta del consigliere della sesta circoscrizione Mario Biancuzzo. Ma tante sono state le promesse fatte in questi anni da politici, amministratori e da ultimo anche dal Cas, che si era mostrato disponibile a rinunciare agli introiti che derivano da questo casello. Ma nulla è cambiato.
Oggi il consigliere, insieme al collega Salvatore Scandurra, ha lanciato una raccolta firme per chiedere l’eliminazione del pedaggio autostradale. Domani e domenica dalle 10 alle 13 a piazza Cairoli, e l’1 e il 2 aprile all’uscita della barriera-svincolo di Ponte Gallo dalle 10 alle 13, chiederanno alla gente di firmare la petizione per chiedere ufficialmente l’abolizione del pedaggio. Un euro e 20 centesimi l’obolo chiesto agli automobilisti che «però – come ha sempre sostenuto Biancuzzo – è un po’ come chiedere di pagare la tangenziale, perché il comune di Villafranca comincia dopo l’uscita autostradale, che ricade quindi ancora dentro il territorio messinese».
Il tratto della tangenziale Messina–Ponte Gallo «sin dalla realizzazione dell’autostrada è stato gravato da pedaggio, insieme a tutti gli altri tratti della tangenziale, ovvero quelli di Boccetta, Gazzi, Messina Sud e Tremestieri – spiegano i consiglieri -. Dopo qualche anno, i tratti sono stati sgravati dal pagamento perché ricadenti nel territorio del Comune di Messina. Le uniche uscite ed entrate rimaste a pagamento sono rimaste quelle di Ponte Gallo nonostante, anch’esse, facciano parte del Comune di Messina. Tale disparità di trattamento è ingiustificata, intollerabile e gravissima. I cittadini residenti nella zona nord della città non accettano più questa discriminazione».
Anche perché c’è un notevole costo economico che deve affrontare chi abita nei villaggi di Orto Liuzzo, Rodia e San Saba, tutti ricadenti nel Comune di Messina e che per lavoro o studio utilizzano la tangenziale, anziché percorrere la strada statale 113. A sostegno dell’iniquità della barriera, c’è anche la considerazione che la stessa non consente l’ingresso e l’uscita in entrambi i sensi di marcia, ma solo l’entrata verso Messina e l’uscita verso Orto Liuzzo, «fungendo più da bretella con la statale 113, agevolando la viabilità dei residenti della zona nord del Comune di Messina, che da tangenziale. Inoltre – continuano i consiglieri – il tratto in questione è il più costoso del territorio nazionale, infatti, per percorrere circa 10 chilometri (Ponte Gallo-Boccetta) e viceversa, si pagano 1,20 euro e, ultimamente, con l’apertura dell’ingresso a San Michele, (svincolo Giostra ndr) i chilometri utili per raggiungere la zona nord dal centro della città, tramite tangenziale, si riducono ulteriormente, diventando sette».
Negli anni sia associazioni di consumatori, quanto singoli cittadini, hanno chiesto più volte, tramite esposti e denunce, anche a mezzo stampa, di abolire il pagamento di cui sopra, considerandolo un abuso e un atto di ingiustizia.