A commentare l'incendio che stamattina ha danneggiato il bypass di Calatabiano, realizzato in seguito alla frana dello scorso ottobre, è il primo cittadino che rischia di dover affrontare una nuova emergenza. Parole anche da Crocetta: «Può essere che in Sicilia prende fuoco persino un tubo che trasporta acqua?»
Messina, distrutti i quattro tubi della condotta idrica Accorinti: «Se c’è dolo si tratta di attentato mafioso»
Dopo i boschi, i tubi dell’acqua. Ragionare sul concetto di autocombustione ultimamente in Sicilia sta diventando materia per fini esperti. E in effetti oramai sono pochissimi quelli che sostengono che basti una cicca di sigaretta gettata distrattamente e una folata di vento – o magari le alte temperature estive – per generare roghi che puntualmente sembrano colpire con precisione chirurgica. A tale indolente fatalismo, dopo l’incendio al bypass della condotta di Calatabiano che stamattina ha causato l’interruzione dell’erogazione di acqua nel Messinese, si sottrae il sindaco Renato Accorinti. «Non faccio supposizioni, ma se dagli atti ufficiali risultasse che questo evento è di natura dolosa, sarebbe un attentato di stampo mafioso, perché si privano 250 mila persone del diritto all’acqua», ha dichiarato il primo cittadino dopo l’ennesima crisi idrica che negli ultimi nove mesi ha colpito la città.
Accorinti ha parlato poi delle misure che il Comune adotterà per ridurre per quanto è possibile i disagi. «Nelle prossime 48 ore ripristineremo due dei quattro tubi del bypass andati a fuoco. È un danno di proporzioni immense in piena stagione estiva e turistica». In questi minuti, lo stesso primo cittadino sta partecipando a una riunione speciale in prefettura per discutere dell’emergenza.
A commentare quanto accaduto è stato anche il presidente della Regione Rosario Crocetta. «Ho sentito il sindaco di Messina: domani ci sarà un’interruzione idrica, ma si stanno cercando soluzioni con la Protezione civile», spiega il governatore. Che poi pone il quesito dei quesiti. «Può essere che la Sicilia sia una regione dove prende fuoco persino un tubo che trasporta acqua? Non faccio né ipotesi né affermazioni, ma pongo solo una domanda pubblica: qualcuno mi dica se ci sono casi analoghi che possono fungere da precedente e la ritirerò».
Intanto, l’Amam – la società che si occupa del servizio nel capoluogo – sta cercando di trovare i rimedi per evitare che la città affronti una nuova crisi idrica. Stabilito che a essere stati distrutti sono stati tutti e quattro i tubi realizzati a novembre a Calatabiano, l’ipotesi più verosimile è quella di una sostituzione degli stessi con altri. Fatto questo, però, che non scongiurerebbe i pericoli derivanti da un nuovo incendio. L’obiettivo è quello di recuperare almeno il 70 per cento della fornitura nei prossimi due giorni, e per fare questo potrebbe bastare anche il ripristino di due tubi.
Nell’attesa di saperne di più, l’erogazione è stata sospesa per valutare il sistema di razionalizzazione dell’acqua così da riuscire a non lasciare territori scoperti. In città, intanto, i serbatoi sono pieni e per il momento riescono a servire i vari quartieri. La fornitura proveniente dalle condotte è di circa 500 litri al secondo, grazie anche all’attivazione del bypass di Furci Siculo.