Oggi è il giorno dell’interrogatorio di garanzia della sorella del boss stragista Matteo Messina Denaro. Rosalia è stata arrestata venerdì scorso nella sua casa di Castelvetrano, in provincia di Trapani, con l’accusa di associazione mafiosa. Per i magistrati, negli ultimi decenni, la 68enne sarebbe stata incaricata dal capomafia – catturato 16 gennaio nella clinica privata La Maddalena di Palermo – di molteplici compiti, compresi quelli di «paziente tessitrice» dei conflitti tra i parenti, di «riservata veicolatrice delle decisioni del latitante» su questioni di carattere familiare e di cassiera incaricata dal fratello di ricevere ingenti somme di denaro, di custodirle, rendicontarle e all’occorrenza anche distribuirle. Inoltre, alla donna sarebbe stato anche riservato il ruolo di «canale di smistamento dei pizzini tra il latitante e altri associati mafiosi». L’interrogatorio di oggi si terrà nel carcere Pagliarelli di Palermo anche alla presenza del legale di Rosalia Messina Denaro. La donna, pur essendo la madre di Lorenza Guttadauro, l’avvocata di Matteo Messina Denaro, ha scelto di essere assistita dal penalista trapanese Daniele Bernardone.
Per il giudice per le indagini preliminari di Palermo Alfredo Montalto già il fatto di appartenere a Cosa nostra «è sintomo di per sé di una personalità particolarmente pericolosa e tendente al crimine». Rosalia Messina Denaro chiamava Fragolone il fratello non nominarlo nei pizzini. «L’essere stata la donna che ha gestito al più alto livello i rapporti con il capomafia – aggiunge il gip – rende evidente il pericolo che l’intera associazione, dopo l’arresto del fratello, possa individuare in lei la nuova mente strategica dell’organizzazione». Senza considerare poi, avverte il giudice delle indagini preliminari nel ribadire l’esigenza della misura cautelare, «che i flussi di denaro gestiti sono ancora tutti in circolazione o custoditi in luoghi sicuri. Se lasciata in libertà, la donna potrebbe compiere altri delitti finalizzati al controllo economico del territorio o a reinvestimenti illeciti o, più in generale, proseguire nell’attività criminale in Cosa nostra o per conto di Cosa nostra».
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