L'incendio, il terzo in una settimana, è avvenuto prima dell'alba. Ad andare a fuoco sono stati i tubi del bypass realizzato a novembre, dopo la frana del 25 ottobre. Doveva essere una soluzione temporanea, invece è la nuova causa della crisi idrica. «Sapevano che poteva accadere», denuncia il M5s. Guarda le foto
Messina, bruciano tubi della condotta di Calatabiano Interrotta la distribuzione dell’acqua nel capoluogo
Gli allarmi erano stati lanciati all’inizio dell’estate, ma sono rimasti inascoltati. Stamattina alle 5, quello che si temeva potesse accadere è successo. Da giorni gli incendi che interessano l’area di Calatabiano hanno messo a rischio i quattro tubi in plastica del bypass realizzato a novembre. E oggi le fiamme hanno raggiunto e danneggiato la parte della condotta di Fiumefreddo che sostituisce quella originaria per una lunghezza di 150 metri.
L’Amam ha subito interrotto la distribuzione in città, per evitare perdite e tenere delle scorte. Non ci sono ancora tempi certi sul ripristino del guasto. In queste ore si sta valutando se sostituire i tubi danneggiati o far tornare a scorre l’acqua nella tubatura principale. I vertici dell’azienda che si occupa del servizio idrico sono sul posto. Inutili i tentativi di spegnimento delle fiamme da parte della sorveglianza dell’impianto. C’è da capire se l’incendio sia stato doloso.
Il rogo, intanto, ha causato lo sversamento di fango in parte del territorio di Calatabiano, come denunciato dal portavoce del Movimento 5 stelle locale Massimo Amoroso: «L’Amam ha dimostrato troppa superficialità – dichiara a MeridioNews -. Più volte abbiamo detto che il luogo dove passano i tubi è soggetto a incendi. Bastava ripulire la zona dove passa la conduttura. Un semplice tagliafuoco. Ma non lo hanno fatto. Mercoledì c’è stato il primo rogo e solo quando le fiamme stavano raggiungendo la conduttura è intervenuto il canadair. Giovedì un altro incendio e anche venerdì pomeriggio ancora fiamme. Stamattina ci sono riusciti».
Nel frattempo, resta la consapevolezza che Il by pass collocato a novembre doveva essere una soluzione tampone in attesa che la protezione civile completasse i lavori di messa in sicurezza della collina franata il 25 ottobre scorso. Ma così non è stato. E dopo otto mesi, Messina è di nuovo senz’acqua.