Arriva il primo giudizio per gli imputati che hanno scelto il rito ordinario. In primavera altre 13 erano state giudicate con l'abbreviato. A finire in tribunale sono state le attività della cosca attiva nella zona sud del capoluogo peloritano
Messina, altre 11 condanne per il clan Mangialupi La sentenza di primo grado del processo Dominio
Si è chiuso con undici condanne, due assoluzioni e una prescrizione il processo con rito ordinario, nato dall’operazione Dominio, l’inchiesta scattata nel 2017 che ha colpito la potenza economica del clan mafioso di Mangialupi. Condotta dal Gico della guardia di finanza e coordinata dal sostituto procuratore della Dda Liliana Todaro, l’inchiesta ha colpito la potenza economica del cosca attiva nella zona sud di Messina che si stava rinsaldando attraverso nuove e vecchie figure. Secondo i magistrati, il clan era riuscito a creare una cappa di potere sul territorio. Se qualcuno subiva un furto o un torto sapeva che si doveva rivolgere ai referenti del gruppo che avrebbero pensato a individuavano il responsabile costringendolo a riconsegnare il maltolto e se necessario anche a scusarsi per il torto.
A reggere le fila dell’organizzazione sarebbe stato Domenico La Valle – titolare di un’attività commerciale nel quartiere Gazzi, a ridosso dello stadio di calcio Celeste – che era stato coinvolto sin dagli anni ’80 in alcuni procedimenti penali che lo indicavano come imprenditore strettamente collegato a esponenti della nota cosca Trovato-clan Mangialupi, anche se l’uomo a suo tempo non fu condannato per le ipotesi contestate. Per lui a marzo in abbreviato è arrivata la condanna a 13 anni per associazione mafiosa. In quella sede furono decise altre 12 condanne e un’assoluzione un non luogo a procedere.
Adesso la prima sezione del tribunale ha deciso la condanna per gli altri imputati che sono stati giudicati con rito ordinario. Nel dettaglio Giovanni Aspri è stato condananto a 10 anni, Giuseppe Giunta a 15 anni e 6 mesi, Nunzio Corridore a 15 anni, Francesco Benanti, un anno e 10 mesi; Francesco Crupi, 4 anni e 3 mesi; Francesco Russo, 3 anni e 4 mesi; Mario Schepisi, 4 anni, mentre Giovanna Aolisi, Rosario Aloisi, Salvatore Arena e Salvatore Utano sono stati condannati a 6 mesi di arresto. I giudici hanno concesso la pena sospesa a Giovanna e Rosario Aloisi, Salvatore Arena, Francesco Benanti e Salvatore Utano. Sono stati invece assolti perché il fatto non sussiste Nunzio Cangemi e Antonino Scimone. Reato prescritto per Francesco Alleruzzo.