La Federazione autotrasportatori italiani denuncia la lunga serie di sparizioni di merci e semirimorchi all'interno dello scalo etneo, che negli ultimi mesi è aumentata vertiginosamente. La causa? L'assenza di controlli ai varchi di ingresso e di uscita, e la mancanza di un sistema efficiente di videosorveglianza. «Un problema gravissimo per camionisti e aziende, che deve essere risolto subito», afferma il segretario Giovanni Rinzivillo. E chiedono un incontro in Prefettura con forze dell'ordine e autorità portuale
Merci e mezzi rubati al porto, è emergenza Gli autotrasportatori: «Danni all’economia»
Aumentano i furti di merci e mezzi al porto di Catania. A denunciarlo è la sezione regionale della Fai, Federazione autotrasportatori italiani, che parla di una vera e propria emergenza all’interno dello scalo etneo, dovuta, a loro dire, all’assenza di controlli ai varchi di ingresso e di uscita e alla mancanza di un sistema efficiente di videosorveglianza. «E’ un problema che ci trasciniamo da mesi», afferma Giovanni Rinzivillo, segretario Fai Catania. «A sparire sono carichi parziali di merci e addirittura interi semirimorchi, che vengono prelevati dai piazzali del porto e portati via senza passare nessuna verifica», lamenta Rinzivillo.
«Come di fa ad uscire senza essere controllati?», si domandano gli autotrasportatori, che tramite l’associazione di categoria chiedono più sicurezza all’interno della struttura portuale. «Dallo scorso autunno ad oggi le denuncie dei nostri associati sono aumentate esponenzialmente – continua il segretario – sopratutto i furti di semirimorchi, di cui l’ultimo risale al 6 giugno», racconta. «Abbiamo più volte esposto la problematica a forze dell’ordine e autorità competenti, ma la situazione continua a peggiorare».
Per far fronte a questo problema, lo scorso lunedì la sezione provinciale Fai ha scritto al Prefetto di Catania per chiedere la convocazione di un tavolo tra tutti gli operatori del porto del capoluogo etneo e le istituzioni interessate. Anche se i loro appelli sembrano restare inascoltati. «Sollecitiamo un incontro con il prefetto da ottobre e il 28 aprile scorso abbiamo anche manifestato simbolicamente davanti alla Prefettura per chiedere, tra le altre cose, anche più sicurezza, ma non abbiamo ancora ricevuto nessuna risposta», dice Rinzivillo. Come non si sa nulla del sistema di videosorveglianza che dovrebbe aiutare le forze dell’ordine a contrastare l’attività dei malviventi e ridurre i furti, ma che ancora non è funzionante. «L’autorità portuale ci aveva garantito che sarebbe stato operativo a febbraio – spiega il segretario – ma dopo il guasto provocato alle telecamere nel corso di un furto, sono stati necessari degli interventi di ripristino e la consegna è slittata».
I furti di merce e di mezzi preoccupano non solo i camionisti, che ne subiscono gravi danni diretti, ma anche le aziende, «che vanno a scegliere altri porti» per paura di subire continue ruberie. Difficili anche i rapporti con le compagnie assicurative che, in molti casi, decidono di non corrispondere le indennità e addirittura di rescindere le polizze, perché «non è sempre facile comprovare che non dipende dal vettore, ma da cause esterne», spiega il segratario Fai. «E’ un danno gravissimo per tutto il mondo industriale siciliano e non – denuncia Rinzivillo – Una situazione incresciosa, che va affrontata e risolta al più presto». Perché la sicurezza non è un dettaglio da trascurare, soprattutto quando a risentirne è un intero sistema economico e commerciale. «Finché si tratta di qualche collo trafugato dai container, anche se non concepibile, è tollerabile – afferma Rinzivillo – ma interi semirimorchi portati via da malviventi che entrano, rubano ed escono indisturbati no, non possiamo accettarlo», conclude risoluto.
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