Sul caso intervengo politici e referenti di associazioni attive nel settore sanitario. Due senatori di Ala-Scelta Civica presentano un'interrogazione al ministro degli Interni e alla collega titolare della Salute. Previsto vertice alla presenza del prefetto di Catania al comitato per l'ordine e la sicurezza
Medico aggredito al V. Emanuele, solidarietà Messaggi alla vittima e richieste di sicurezza
«Questa vicenda ci lascia sconcertati. Chiederemo al ministro dell’Interno Marco Minniti maggiori misure di sicurezza per gli ospedali». L’affermazione è del sindaco di Catania Enzo Bianco in merito all’aggressione subita nei giorni scorsi da un medico nel pronto soccorso dell’ospedale Vittorio Emanuele. «Non ci sono parole – aggiunge – per stigmatizzare gli inqualificabili comportamenti violenti provenienti da quella parte della cittadinanza, speriamo solo sparuta minoranza, che non riesce a fare prevalere la razionalità sugli istinti brutali e incivili». «Siamo vicini al medico, a cui esprimiamo solidarietà e sostegno, condannando con decisione e fermezza il gravissimo atto di cui è stato vittima». Il primo cittadino etnea chiederà – come riporta l’Ansa – al prefetto Maria Guia Federico di discutere la questione in una riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza. E in un’altra che si terrà a Palazzo degli elefanti.
«Reintrodurre le postazioni di polizia nei pronto soccorso degli ospedali siciliani che risultano da tempo privi di adeguata vigilanza, come dimostra quell’esempio». A chiederlo sono i senatori siciliani del gruppo Ala–Scelta Civica, Antonio Scavone e Giuseppe Compagnone, in un’interrogazione presentata al ministro dell’Interno e alla ministra della Salute Beatrice Lorenzin. «Urge – spiegano – assicurare un aumento del numero degli infermieri nonché delle dotazioni organiche per primarie esigenze assistenziali, spesso alla base di malcontenti dei cittadini». «Negli ultimi cinque anni, nei vari presidi ospedalieri siciliani, ci sono state circa 48 aggressioni, di cui dodici nel 2015 e 14 nel 2016. Le conseguenze di ogni aggressione si ripercuotono sugli operatori sanitari che, per tutelarsi, sono obbligati a stipulare un’idonea assicurazione per i rischi derivanti dall’esercizio dell’attività», concludono.
«È inaccettabile che la sicurezza di medici e infermieri di pronto soccorso non sia fra gli obiettivi che la politica assegna ai direttori generali delle aziende ospedaliere. Gli operatori sono esposti a qualsiasi tipo di reazione dell’utenza, affidati unicamente al senso civico, umanità e sensibilità del singolo», affema il presidente della Società italiana della medicina di emergenza-urgenza Clemente Giuffrida. «C’è una allarmante escalation di violenza nelle strutture di emergenza sanitaria della regione», continua. Solidarietà al medico aggredito pure dal coordinamento regionale Fials 118: «È stato l’ennesimo atto di violenza gratuita ai danni del personale», si legge in una nota ufficiale. Che conclude: «Ci auspichiamo, che quanto accaduto non passi inosservato e che le Istituzioni competenti si mobilitino affinché questi casi non abbiano a ripetersi attuando idonee misure correttive».