Uno, Calogero Ferrotti, è andato in pensione. L'altro, Fernando Guida, è stato trasferito alla prefettura di Isernia. Ieri il procuratore generale della corte d'Appello di Caltanissetta è intervenuto per denunciare «tentativi di bloccare un'indagine della magistratura». Quella sull'apertura dei corsi in romeno
Medicina Enna, Lari difende ex prefetto e procura «Oggetto di un attacco ignobile, gesto eversivo»
«Il procuratore di Enna è stato oggetto di un attacco che non esito a definire ignobile». Alla cerimonia per salutare Calogero Ferrotti, che va in pensione, Sergio Lari, procuratore generale della corte d’appello di Caltanissetta non usa mezzi termini. Il riferimento è alle ultime indagini che coinvolgono il Fondo Proserpina, promotore dell’apertura del corso di laurea in Medicina in lingua rumena, e la fondazione Kore.
«Sono stati posti aperti tentativi di bloccare un’indagine della magistratura e di delegittimare con una denuncia fatti inesistenti – ha detto ieri Lari – contro chi stava conducendo quelle indagini nel pieno rispetto delle regole e senza alcun clamore mediatico. Si è trattato di una iniziativa inaccettabile del legale esterno di una fondazione sulla quale stava indagando la procura». Il riferimento è alla denuncia contro Ferrotti presentata dall’avvocato Augusto Sinagra, legale dell’ex senatore Mirello Crisafulli e docente de La Sapienza. Un esposto che arriva subito dopo la notizia che proprio Crisafulli – insieme a Giuseppe Termine, ex commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Enna, l’attuale direttore generale Giovanna Fidelio e il direttore sanitario Emanuele Cassarà – sono indagati per abuso d’ufficio e invasione di edificio pubblico, cioè i locali dell’Asp dove erano iniziati i corsi propedeutici di lingua rumena.
«Si è trattato di un gesto che non esito a definire eversivo – ha attaccato il procuratore Lari -. Anziché volersi difendere nel processo, si è voluto bloccare il processo e chi lo istruiva, tentando di rovesciare il tavolo. Sono state pubblicate notizie di stampa calunniose, sollecitato l’intervento di ispezioni ministeriali. Una roba da regola da regime dittatoriale dell’America Latina che Enna non merita». Ferrotti non è stato l’unico a essere difeso da Lari che ha ricordato anche il prefetto di Isernia, fino a Natale prefetto di Enna, Fernando Guida, improvvisamente trasferito. Era stato proprio Guida, insieme al procuratore Ferrotti ad avviare una indagine prefettizia sulla Fondazione. «La sua sedia vuota stamani – ha detto Lari – vuole rappresentare un’assordante metafora. Il suo trasferimento è stato uno sfregio al tessuto vivo di questo territorio».
Ieri si è fatto sentire anche Iulian Gabriel Birsan, il rettore dell’università romena Dunarea de Jos, titolare dei corsi di Medicina di Enna. Birsan aveva già annunciato di voler denunciare l’Italia. Adesso ha scritto una lettera aperta alla ministra Stefania Giannini per chiederle un incontro che chiarisca gli aspetti giuridici che secondo il ministero impedirebbero all’ateneo romeno di svolgere attività in Italia. Secondo il rettore le dichiarazioni della ministra che aveva definito «fuorilegge» l’iniziativa, «hanno danneggiato l’immagine della università tra le più prestigiose del sud est della Romania. Vi chiediamo – si legge nella lettera – di comunicarci la base giuridico-legale con la quale avete qualificato illegale l’iniziativa».