Dopo le speranze legate alla riapertura del megastore in via Regione siciliana, della platea degli ex dipendenti del gruppo Li Vorsi solo una minima parte è stata riassorbita. Così è scoppiata la protesta degli esclusi che si sono riuniti in un comitato, mentre la Regione pensa a un'anagrafe per le figure tagliate fuori
MediaWorld, oltre 100 lavoratori ex Max Living a casa «Riassunti solo in cinque, siamo stati tagliati fuori»
«Siamo delusi e frustrati perché, al di là dei proclami, i numeri parlano da soli: se ci fosse stata realmente la volontà di assumerci, l’avrebbero fatto. Invece siamo stati tagliati fuori». E’ racchiusa tutta in queste parole la rabbia di Paolo Cusimano, uno degli oltre cento ex lavoratori Max Living, rimasti a casa quattro anni fa dopo il fallimento del colosso dell’elettronica del capoluogo siciliano Max Living. A ridare inizialmente speranza ai dipendenti ai primi di maggio, la notizia dell’apertura di un nuovo centro Mediaworld il prossimo luglio in viale Regione siciliana, lì dove aveva sede il megastore di elettrodomestici ed elettronica del gruppo Li Vorsi. Nelle scorse settimane, infatti, si sono svolte le selezioni: Mediamarket ha ricevuto oltre 3 mila curriculum: solo 300 hanno superato un test di cultura generale e, dopo ulteriori colloqui, sono state individuate 200 persone. Di queste saranno assunte solo 90: in 65 andranno nel nuovo punto vendita (ex Max living) e 25 al forum. Gli altri non selezionati saranno in panchina e chiamati per eventuali necessità di integrazione organico. Ma della platea degli ex lavoratori Max Living, solo cinque sono stati riassorbiti. Così è scoppiata la protesta degli esclusi che si sono riunti in un comitato ne tentativo di far valere le proprie ragioni.
«C’è tanto malcontento da parte nostra – si sfoga Cusimano – alimentato anche dai tanti articoli e annunci che promettevano la riassunzione dei lavoratori ex Max Living, mentre siamo ancora adesso disoccupati. Per quello che ci riguarda, la nostra delusione è infinita. Viviamo una situazione di emergenza ed è vergognoso che a livello istituzionale nessuno faccia nulla». Intanto, proprio ieri pomeriggio, durante un incontro con le parti sociali, l’assessore comunale alle Attività produttive, Giovanna Marano, si è impegnata a riconvocare un nuovo tavolo di confronto dopo avere approfondito il sistema di misure che il governo nazionale e quelli regionale stanno mettendo in campo contro la disoccupazione. «Il tavolo – spiega Marianna Flauto, segretario generale della Uiltucs Sicilia- aveva come obiettivo non soltanto quello di discutere del problema dei lavoratori ex Max Living non transitati nel nuovo punto vendita di Media World, ma anche di affrontare nel complesso la piaga della disoccupazione a Palermo soprattutto nel commercio, che rimane il settore più colpito dell’economia».
Tra le idee, è venuta fuori anche quella di realizzare, attraverso lo sportello già attivo presso l’assessorato, un’anagrafe, una sorta di albo di questi soggetti espulsi dal mercato del lavoro palermitano suddivisa per professionalità, in modo da consentire alle aziende di attingere a un elenco, potendo contare su lavoratori con grande esperienza acquisita. Una soluzione, tuttavia, che non convince i lavoratori, al momento privi di qualsiasi sostegno economico. «L’Anagrafe può essere utile – prosegue Cusimano – ma non nell’immediato anche perché non ci sono fondi stanziati e noi abbiamo bisogno subito di soluzioni. Siamo già al limite dalle nostre finanze: gli ammortizzatori sociali sono terminati per una parte dei colleghi nel 2014 e per la quota rimanente nel 2015. Abbiamo bisogno di trovare una ricollocazione al più presto. Siamo in una situazione di grave emergenza ed è vergognoso le istituzioni non si attivino per trovare delle soluzioni, in particolare modo la Regione che non ha prodotto nemmeno un progetto finalizzato al reinserimento dei lavoratori – conclude – ma si limita a percepire solo quello che lo Stato emana e basta».