Il presidente del distretto produttivo della pesca-cosvap, giovanni tumbiolo, ha inviato una lettera al presidente della commissione europea, josé manuel barroso, al presidente del consiglio dei ministri del nostro paese, mario monti, e al presidente della regione siciliana, rosario crocetta, per chiedere, a nome della marineria siciliana, il legittimo risarcimento dei danni causati dalla estenuante guerra del pesce che dura da oltre quarantanni e che ha travolto oltre 130 imprese di pesca e più di 1500 famiglie.
Mazara chiede alla UE un risarcimento di 90 mln, sennò al via con i ‘Forconi del mare’
Il presidente del distretto produttivo della Pesca-Cosvap, Giovanni Tumbiolo, ha inviato una lettera al Presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso, al presidente del Consiglio dei Ministri del nostro Paese, Mario Monti, e al presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, per chiedere, a nome della marineria siciliana, il legittimo risarcimento dei danni causati dalla estenuante Guerra del pesce che dura da oltre quarantanni e che ha travolto oltre 130 imprese di pesca e più di 1500 famiglie.
LEuropa – dichiara il presidente Tumbiolo (nella foto a sinistra) – se vuole essere leale con la Sicilia, deve staccare una tranche di novanta milioni di euro del Faeam (Fondo europeo per le politiche del mare e della pesca). A tanto ammontano i danni economici calcolati per risarcire quanti hanno subìto ingiustamente i danni di questa assurda ed insostenibile guerra.
La marineria siciliana – continua Tumbiolo – si avvia verso una lenta ed inesorabile agonia, causata da una politica inadeguata dellUnione Europea. Temo che, se non ci saranno risposte serie ed immediate, sarà inevitabile una protesta di proporzioni incontrollabili da parte di migliaia di operatori esasperati.
Perciò il Presidente Tumbiolo ha voluto informare il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, per chiedere il suo autorevole intervento.
Di seguito pubblichiamo il testo originale della lettera:
On. José Manuel BARROSO
Presidente della Commissione Europea
Sen. Prof. Mario MONTI
Presidente del Consiglio dei Ministri – Italia
On. Rosario CROCETTA
Presidente della Regione Siciliana
Maria DAMANAKI
Commissario europeo per la Pesca e
gli Affari Marittimi
On. Gabriel MATO ADROVER
Presidente della Commissione Pesca
Parlamento Europeo
Dott. Annamaria CANCELLIERI
Ministro dellInterno
Dott. Mario CATANIA
Ministro delle Politiche Agricole Italia
Dott. Corrado PASSERA
Ministro dello Sviluppo Economico Italia
S.E. Amb. Giulio Maria TERZI DI SANTAGATA
Ministro degli Affari Esteri Italia
S.E. Marilisa MAGNO
Prefetto di Trapani
S.E. Mons. Domenico MOGAVERO
Vescovo di Mazara del Vallo
Sen. Paolo SCARPA BONAZZA BUORA
Presidente 9 ? Commissione Perm.
Agricoltura e Produzione Agroalimentare
Senato della Repubblica
On. Paolo RUSSO
Presidente XIII Commissione Agricoltura
Camera dei Deputati
Dott.ssa Luciana GIAMMANCO
Commissario della Provincia Reg. Trapani
On. Nicola CRISTALDI
Sindaco Città di Mazara del Vallo
Cav. Giuseppe PACE
Presidente Unioncamere – Sicilia
Rappresentanti delle Associazioni
di Categoria della Pesca
Rappresentanti dei Sindacati della pesca
Componenti dellOsservatorio della Pesca
del Mediterraneo
Soci del Distretto Produttivo della Pesca Industriale
Oggetto: Risarcimento dei danni della Guerra del Pesce
Ella è certamente a conoscenza della Guerra in atto in Europa da oltre 40 anni. Una vera e
propria Guerra per il pesce, unilaterale, ancorché paradossale combattuta dai paesi vicini della
sponda sud del Mediterraneo contro i nostri pescatori che ha prodotto e continua a produrre danni
non più sostenibili per una comunità fortemente dipendente dalla pesca come quella siciliana e per
Non a tutti è noto che questa guerra ha già provocato 3 morti fra i nostri pescatori caduti sotto i
colpi di mitra e cannone nonché decine di feriti. Essa ha coinvolto oltre 130 pescherecci sequestrati
da unità militari navali di paesi rivieraschi; 5 dei nostri pescherecci sono stati definitivamente
I danni economici derivanti da ammende, riscatti, multe pagate senza possibilità di appello,
ammontano ad oltre 30 milioni di euro. Ulteriori costi sostenuti per il fermo forzato delle imprese,
per il sequestro del pescato, delle reti ed attrezzature sono stimabili in 60 milioni di euro, colpendo
direttamente non solo la produzione primaria, ma anche tutta la filiera industriale.
Inoltre, in questa assurda guerra, circa 150 marittimi hanno dovuto subire la detenzione forzata
talvolta per lunghi periodi nelle carceri tunisine, libiche, egiziane o algerine.
Al danno economico si aggiunge anche un danno sociale e umano: vere tragedie per le famiglie
degli stessi marittimi ormai allo stremo delle forze e per le imprese costrette spesso a dichiarare il
La restrizione delle zone storiche di pesca, imposta dai paesi rivieraschi a danno dei pescatori
siciliani, ha di fatto determinato la perdita negli ultimi 3 anni di ben 4.500 posti di lavoro e di oltre
800 imprese appartenenti al sistema produttivo della pesca siciliano.
Signor Presidente, il nostro Distretto è il più importante polo ittico del Mediterraneo, con oltre
14.000 occupati nella lunga filiera di cui oltre 8.000 pescatori, con 78 industrie di trasformazione,
6 cantieri navali e 92 officine specializzate e correlate ai cantieri e allindustria del freddo e servizi
tecnici, 6 laboratori di Ricerca, 4 impianti di acquacoltura e maricoltura e 4 di produzione del sale e
Ma esso è soprattutto esempio virtuoso di convivenza pacifica fra popoli di etnie, culture,
religioni diverse. Basti pensare che il 20% della popolazione presente nella città di Mazara del
Vallo è composto da nordafricani e la metà degli occupati nella pesca è di origine magrebina.
Il centro storico di Mazara, la vecchia Medina o Casbah è stato riprogettato con una filosofia
permeata dal rispetto della tradizionale accoglienza dei Popoli, delle etnie, culture, costumi,
religioni diverse. Un luogo dove adiacente alla chiesa di San Francesco cè la Moschea: esempio
Ora, la perdita di aziende e di posti di lavoro comporta linesorabile declino di tale sistema
virtuoso sotto il profilo economico, sociale, produttivo e occupazionale.
Questa assurda guerra ha altresì prodotto in Europa unerrata convinzione circa i rapporti fra i
popoli del Mediterraneo. La diffidenza crescente in Italia nei confronti di Libici, Tunisini, Algerini
etc., è immotivata, in quanto essi considerano realmente quello Italiano un popolo amico.
Stessa disinformazione colpisce i nostri pescatori considerati spesso alla stregua di pirati.
In questo complesso scenario i danni maggiori derivano in particolare dai complicati rapporti con
la Libia che ha istituito unilateralmente una zona protetta di pesca che si estende fino a 74 miglia
dalla linea di base della costa libica, oltre il Golfo della Sirte (considerato baia storica).
Per dirla con franchezza, Signor Presidente il danno non è causato dai popoli amici
transfrontalieri. Ma dalla colpevole e reiterata omissione dintervento necessario da parte
dellUE nel Mediterraneo, con il coinvolgimento dello Stato e delle Regioni interessate, per non
aver negli anni avviato una seria trattativa al fine di definire con precisione i confini delle zone di
La Guerra del pesce esiste e si alimenta perché i confini non sono definiti!
Fuori da ogni ipocrisia è lecito affermare che lUE, con qualche complicità, ha barattato queste
zone di pesca con gli interessi delle multinazionali del petrolio, del gas, delle armi.
È assurdo, infatti, che questo Distretto, esempio virtuoso di lavoro e di pacifica convivenza
fra etnie e popoli diversi, chiamato da importanti Istituzioni, organizzazioni e agenzie delle
Nazioni Unite ad intervenire in aree difficili del pianeta quali il Libano (Naqoura – Tripoli) e Siria
(Lattakia) ed adoperarsi con progetti finalizzati a fare avanzare le attività produttive del mare e
fare arretrare le attività militari, debba subire esso stesso una guerra, anche dalla stessa Unione
Europea che guardando con eccessivo distacco il nostro operato, crea di fatto nocumento al
difficile e complesso lavoro di costruzione del dialogo con i Paesi frontalieri avviato con fatica
In conclusione, è giusto restituire alle imprese, ai pescatori, alle loro famiglie il maltolto.
Chiediamo quindi allUnione Europea di risarcire i danni causati da questa assurda guerra della
Chiediamo, inoltre, listituzione di un tavolo permanente in Sicilia con la presenza di componenti
dellUnione Europea, della DG Mare, della CGPM, dei vari Ministeri competenti, della Regione
Siciliana e dei vari Stati interessati per mettere fine a questa tragedia che dura ormai da troppo
Ci permetta infine di sottolineare che è sconfortante che un Commissario Europeo della Pesca
non sia mai venuto in visita a Mazara del Vallo, Capitale della pesca mediterranea e che lultima
visita del Ministro Italiano della Pesca ha avuto luogo (dopo 10 anni di personali insistenti richieste)
Chiediamo, infine, di rendere onore ai caduti in guerra e a tutti coloro che continuano a
perire in vari modi (fallimenti, crisi aziendali etc.) in questo conflitto assurdo, non più sostenibile
per questa comunità che continuerà a subire se lUE, lo Stato e la Regione non decideranno di
intervenire tempestivamente, con serietà; non fosse altro per onorare la recente conquista europea
Restando in attesa di un Suo gentile riscontro e ringraziandoLa per la Sua preziosa attenzione, La
Giovanni Tumbiolo