Gli ha sequestrato l’intero patrimonio del valore di ben 4 milioni e 200 mila euro composto da 25 immobili, quote societarie e disponibilità finanziarie
Maxi evasione fiscale a Palermo sequestrati beni all’imprenditore Carollo
Sarebbe un mega evasore fiscale e per questo la Guardia di Finanza gli ha sequestrato l’intero patrimonio del valore di ben 4 milioni e 200 mila euro composto da 25 immobili, quote societarie e disponibilità finanziarie. Ad essere colpito imprenditore palermitano, Antonino Carollo di 66 anni, operante nel settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio di detersivi accusato anche di frode fiscale operata attraverso la Carol distribuzione azienda di primo piano con sede in Corse dei Mille.
Il valore dei beni sottoposti a sequestro corrisponderebbe alle imposte evase ricostruite dalle Fiamme Gialle nel corso di una serie di accertamenti fiscali – conclusi nel 2013 -, a seguito dei quali, sia Carollo, in qualità di amministratore di fatto dell’azienda, che l’amministratore di diritto della società, Antonio Di Marzo anch’egli palermitano di 54 anni, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica del capoluogo, per i reati di falso in bilancio, presentazione di dichiarazione fiscale fraudolenta mediante altri artifici, nonché per emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
In particolare, l’esame della documentazione contabile e dei conti della società effettuato dai finanzieri, ha permesso di riscontrare che l’azienda, nonostante avesse nella propria disponibilità dei depositi in cui stoccava grosse quantità di merce, destinate a rifornire sia i propri tre punti vendita al dettaglio che altre imprese della zona, non aveva istituito alcuna contabilità di magazzino, obbligatoria per legge per le dimensioni della società.
Secondo la ricostruzione degli investigatori, la mancata istituzione della contabilità di magazzino, nella pratica, avrebbe consentito alla società di aggiustare in bilancio i valori delle vendite, mediante l’appostamento di rimanenze sproporzionate rispetto a quelle reali, allo scopo di abbassare i ricavi su cui pagare le relative imposte, procedendo, parallelamente, alla vendita in nero di numerose partite di merce.
L’analisi di alcune operazioni finanziarie indicate nella contabilità aziendale – supportata dalle risultanze emerse dall’inoltro di appositi questionari ai principali fornitori – ha permesso ai finanzieri verificatori, da un lato, di rilevare l’iscrizione in bilancio di debiti ritenuti fittizi per oltre 4 milioni di euro, poiché la società avrebbe provveduto a pagarli in nero con somme provenienti dalle vendite non fatturate; dall’altro, di individuare l’utilizzazione, da parte dei soggetti indagati, di fatture presumibilmente false ricevute formalmente da due società “inesistenti”, predisposte nella realtà “in proprio” al fine di abbattere ulteriormente il reddito imponibile.
Infine, sono stati quantificati gli utili extra-bilancio distribuiti alla compagine societaria, composta all’80% proprio da Carollo, il quale, nelle varie annualità, ha indicato nella propria dichiarazione redditi del tutto irrisori, evadendo al fisco imposte per ulteriori 1,2 milioni di euro.
Pertanto, sulla scorta delle investigazioni esperite, la Procura della Repubblica di Palermo – Dipartimento Criminalità Economica – coordinato dal Procuratore Aggiunto Salvatore De Luca – ha ottenuto, previa istanza al Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale cittadino, apposito decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente dei beni riconducibili agli indagati.
Nel corso dell’esecuzione degli accertamenti patrimonialifunzionali all’esecuzione del provvedimento, le Fiamme Gialle hanno rilevato che l’amministratore di fatto C. A., presumibilmente allo scopo di sottrarre i propri beni ad una probabile azione di riscossione coattiva da parte del Fisco, aveva proceduto a “spogliarsi” di gran parte del proprio patrimonio immobiliare, donando ai propri figli 3 immobili, aventi valore complessivo di oltre 1,2 milioni di euro, valore coincidente con l’imposta evasa in qualità di persona fisica.
Tale condotta ha provocato l’emissione, da parte del P.M. titolare del fascicolo, di un ulteriore provvedimento cautelare, questa volta d’urgenza, teso al sequestro degli immobili trasferiti ai propri familiari.