Nella decisione la corte, che riforma il verdetto del tribunale di Trapani, nega che l'imprenditore palermitano fosse un prestanome di Francesco Guttadauro, nipote di Matteo Messina Denaro. Da qui la restituzione dei beni
«Massimo Niceta non era un prestanome» Il tribunale restituisce quote di una società
La corte d’appello di Palermo ha restituito a Massimo Niceta il cinquanta per cento della Nica srl, la sua società che gestiva due negozi in un centro commerciale di Castelvetrano. L’altra metà gli era stata già ridata, così Niceta torna proprietario di tutta l’azienda.
I giudici hanno anche confermato la misura della sorveglianza speciale per Francesco Guttadauro, nipote del boss Matteo Messina Denaro, perché ritenuto socialmente pericoloso. Nella decisione la corte, che riforma il verdetto del tribunale di Trapani, nega che Niceta fosse un prestanome del giovane uomo d’onore, da qui la restituzione dei beni. A carico di Niceta, titolare di una catena di negozi di abbigliamento, resta pendente un procedimento di prevenzione a Palermo.