Due doghi argentini che vivevano in casa. Sono stati i cani di famiglia ad assalire e uccidere un bambino di un anno e mezzo, preso a morsi mentre si trovava all'interno della sua abitazione. La madre, dopo averlo strappato dalla bocca degli animali, ha provato a salvarlo. Ma senza successo
Mascalucia, bimbo azzannato dai suoi cani Morto dopo aggressione, elisoccorso inutile
Azzannato dai suoi cani e ucciso. È successo stamattina, intorno alle 12.30, in via del Bosco, a Mascalucia. La vittima è un bambino di un anno e mezzo, preso a morsi da due doghi argentini all’interno della villetta di famiglia. Non sono ancora chiari i motivi che hanno spinto i due animali ad aggredire il bimbo, che è stato subito soccorso dalla madre. Purtroppo, riferiscono dal 118, non c’è stato nulla da fare. E i medici sono stati costretti a dichiararne il decesso.
Il fatto è avvenuto nel giardino dell’abitazione, che si trova sulla strada che porta al vicino Comune di Nicolosi. Sembra che il bimbo si stesse avvicinando ai due animali per giocare e che, a quel punto, sarebbe scattata la violenza. L’ambulanza è intervenuta una decina di minuti dopo la chiamata, mentre l’elisoccorso è atterrato poco distante dall’abitazione, circa 11 minuti dopo la richiesta d’intervento. Ma quando si è posato a terra, «il cuore del bambino aveva già smesso di battere e il suo corpo era devastato», riferiscono i soccorritori. Fatale probabilmente una ferita al collo.
Secondo le prime ricostruzioni, la madre del bimbo è riuscita a toglierlo dalla bocca dei due cani di casa, li ha chiusi dentro l’abitazione ed è scappata in strada con il figlio in braccio. Purtroppo, però, il piccolo era già in condizioni disperate ed è deceduto poco prima dell’intervento dei sanitari. La donna, invece, ha riportato solo una ferita al polpaccio e si trova adesso sotto choc all’ospedale Cannizzaro. Sul posto sono intervenuti gli uomini della polizia municipale di Mascalucia e i carabinieri della stazione locale, coordinati dal comando di Gravina di Catania. La salma del piccolo è a disposizione dell’autorità giudiziaria.