Due anni di commissariamento per infiltrazioni mafiose. Una campagna elettorale iniziata con l'attentato incendiario a uno dei candidati. Per chi è giovane e nel Comune ionico ci vive e ci lavora il futuro sembra cupo. «Ogni volta che un lupo dice di voler cambiare le cose a Mascali, un agnello, con uno zainetto sulle spalle, se ne va»
Mascali al voto, riflessione amara di un commerciante «Promettono soluzioni, ma chi ha chiaro il problema?»
Ogni mattina a Mascali, un elettore si sveglia, sa che deve correre più in fretta del candidato o gli verrà chiesto il voto.
Ogni mattina a Mascali, un candidato si sveglia, sa che deve correre più dell’elettore, o perderà il voto. Quando il sole sorge a Mascali, non importa se sei un elettore un candidato: è meglio che cominci ad andartene da qui.
In vista delle elezioni di maggio-giugno, solo qui: undici probabilissimi candidati a sindaco (salvo ovvi accorpamenti) in un paese che ha a malapena seimila elettori; gente implicata nello scioglimento della scorsa legislatura per infiltrazioni mafiose pronta a ricandidarsi; miei clienti che iniziano a sparire perché il mio sincero «io non sto con nessuno di voi» è valutata come offesa, perché non c’è un livello intellettuale tale da comprendere che un rifiuto spesso è solo libertà.
In un paese dove non esiste una Confcommercio, dove è nullo l’associazionismo di un certo tipo, dove lo sport è lasciato allo sbando, quando si capirà che quando tutti hanno la soluzione a tutto, vuol dire che non hanno ben chiaro il problema?
Mascali è un paese in cui ancora se parli troppo ti citofonano la notte, e lo sanno tutti: e finché lo sapremo tutti e continueremo a sorvolarci sopra, reputandolo normale, non ditemi mai più «vogliamo cambiare le cose».
Ogni volta che un lupo dice di voler cambiare le cose a Mascali, un agnello, da Mascali, con uno zainetto sulle spalle, se ne va.
*Andrea Torrisi, 27 anni, è un giovane commerciante di Mascali.