Marsala, incontro con le scuole diventa un caso politico. Presidente Pari opportunità: «Avrei offeso le istituzioni con un applauso»

Un applauso talmente potente che avrebbe «messo in discussione le istituzioni, delegittimandole». Le mani giunte nell’acclamazione della discordia sono quelle di Giuliana Zerilli, oramai ex presidente della commissione Pari opportunità del Comune di Marsala, nel Trapanese. L’occasione è stata una tavola rotonda organizzata al teatro comunale in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che, in realtà, avrebbe dovuto essere la presentazione di un libro e, invece, è diventata un caso politico. X è il titolo del racconto autobiografico di Valentina Mira che si snoda tramite alcune lettere scritte per il fratello in cui l’autrice parla di stupro. «Ho assistito a una strumentalizzazione e a una rivittimizzazione secondaria che non mi era mai successa prima – ha denunciato la scrittrice con un video pubblicato sui propri profili social – in nessuna delle centinaia di presentazioni che ho fatto in questi tre anni». E, questo, è solo l’inizio della storia che ha portato alla sfiducia e alle dimissioni della presidente della commissione comunale Pari opportunità. Ma andiamo con ordine.

Dalla presentazione del libro alla tavola rotonda

Ti rissi no. È il titolo dell’evento organizzato per il pomeriggio di giovedì 23 novembre al teatro comunale Eliodoro Sollima di Marsala. Una locandina con sfondo fucsia, in alto il logo del Comune trapanese e in basso la foto di una donna che si scopre la faccia con la mano. Una “tavola rotonda” attorno a cui siedono il sindaco Massimo Grillo, il presidente del Consiglio comunale Vincenzo Suriano, la presidente del tribunale di Marsala Alessandra Camassa, il procuratore Fernando Asaro, l’assessora alle Pari opportunità Valentina Piraino, la presidente dell’associazione Spazio Donna Rossana Titone, l’avvocata esperta di violenza di genere Roberta Anselmi e anche l’autrice Valentina Mira. «In realtà – racconta a MeridioNews Giuliana Zerilli che all’epoca era ancora, per poco, la presidente della commissione Pari opportunità – era un evento pensato all’interno del progetto scolastico Patto per la lettura e che avrebbe dovuto essere organizzato per febbraio». Non si sa bene come, invece, viene anticipato e stravolto. «Quando ho visto la locandina – aggiunge Zerilli – ho subito manifestato la mia perplessità tanto che ho rifiutato di essere sul palco». In effetti, già abbastanza affollato.

L’applauso della discordia

Tra la platea, formata per lo più da studenti e studentesse che avevano acquistato e letto il libro, in qualità di docente accompagnatrice, c’è anche Giuliana Zerilli. Il clima si fa presto teso quando le istituzioni e le autorità presenti sul palco avrebbero ammesso di non avere letto il libro e di non sapere si trattasse di una presentazione, mentre l’autrice lamenta pubblicamente il poco spazio lasciato ai ragazzi e alle ragazze delle scuole. «La prima fila – spiega Mira nel suo video – era interamente formata da forze dell’ordine e istituzioni. Dal palco – aggiunge – mi è stato dato contro e mi è stato detto che disincentivo le denunce solo perché porto dei dati e sostengo che chi non ha denunciato le violenze subite non debba sentirsi in colpa». Dinamiche che l’autrice del libro bolla poi come «tossiche e gravi». È questo il contesto in cui sarebbe scattato quello che è poi diventato l’applauso della discordia. «Ho applaudito diverse volte – racconta Zerilli – perché concordavo con le cose che diceva l’autrice. E, come me, quasi tutti hanno applaudito nella sala». Tutto sembra finito con gli applausi che, in realtà, saranno solo l’inizio.

La sfiducia e le dimissioni

Che quello fosse solo l’inizio sarebbe stato già chiaro l’indomani. Quando in una chat di un gruppo su WhatsApp è l’assessora e vicesindaca Valentina Piraino a mandare un messaggio in cui chiede una convocazione urgente della commissioni Pari opportunità di cui fa parte per discutere di quanto accaduto il giorno prima. Ed è con le sue parole che sarebbe iniziato quell’incontro avvenuto poi nei giorni successivi. «Ha esordito dicendo che era mi ero presa una sorta di rivincita politica», racconta Zerilli che da sempre orbita nell’area del Partito democratico e che, otto anni fa, non è stata eletta in Consiglio comunale per pochi voti. Oggi l’amministrazione, guidata dal primo cittadino di estrazione democristiana, è di centrodestra. «E ha poi aggiunto – continua – che avevo messo in discussione le istituzioni, delegittimandole con i miei applausi». Alla fine di quella riunione arriva la revoca dell’incarico da presidente a cui, il giorno dopo, seguono le dimissioni presentate da Zerilli. Ed è così che il caso scoppia e diventa politico.

Il caso politico

Il caso diventa politico dopo la pubblicazione del video-denuncia di Valentina Mira. «Dicono che l’applauso sarebbe stato lesivo dell’immagine delle istituzioni. Quelle stesse che hanno tolto il murale per Marisa Leo (la 38enne uccisa a settembre dall’ex, ndr) a causa di un disguido. Uccidere simbolicamente l’immagine della resistenza delle donne, ecco, questo è lesivo». Da qui si susseguono una serie di note di politici. «Siamo addirittura alle epurazioni!», scrive il deputato regionale del Pd Dario Safina parlando di «un atteggiamento miope e dittatoriale dell’amministrazione». Una «presa di posizione ingiustificata e aberrante» la definisce Antonio Cosentino, il segretario cittadino del partito socialista italiano. Per il segretario locale del Pd Paolo Pace, invece, Zerilli sarebbe diventata il «capro espiatorio, rea di aver espresso, in modalità di comunicazione non verbale, il suo pensiero». Durante una seduta del Consiglio comunale è l’assessora Piraino a prendere parola: «È stata semplicemente votata la sfiducia perché non si faceva sintesi e per una serie di motivi che non sto neanche a dire perché ritengo che non vadano detti». Ciò che dice, invece, l’assessora è che la questione si sarebbe trasformata in «una campagna denigratoria contro di me come “manipolatrice di estrema destra“. Di oggettivo – aggiunge – non c’è nulla, solo una donna che dichiara di essere stata epurata ma è solo una percezione. La vittima sono io». La storia non sembra ancora finita. «A prescindere dal ruolo che mi è stato tolto – conclude Zerilli a MeridioNews – Continuerò a dare il mio contributo sulle questioni dell’empowerment femminile portando avanti il mio impegno sociale».


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