Marina di Melilli, storia di una strage di Stato

A PARLARE DEL DRAMMA DI UNA COMUNITA’ NON E’ LA POLITICA DI SIRACUSA, MA UN SACERDOTE. COSI’ SCOPRIAMO CHE, DALLE PARTI DI AUGUSTA – AREA GIA’ SUPERINQUINATA – SONO IN CORSO DI REALIZZAZIONE UN TERMOVALORIZZATORE PER BRUCIARE RIFIUTI E UNA PIATTAFORMA PER SMALTIRE RIFIUTI TOSSICI. IL TUTTO SENZA CHE CI SIA ANCORA UN PIANO REGIONALE DEI RIFIUTI. E L’ASSESSORE REGIONALE SALVATORE CALLERI CHE DICE DI TUTTO QUESTO SCEMPIO?

Su facebook – il post è di Vittorio Mazurco – leggiamo una lettera che un battagliero sacerdote, Padre Palmiro Prisutto. ha scritto per la trasmissione Ballarò:

“Dobbiamo morire, sì; ma non essere assassinati dalle istituzioni! C’era una volta… Marina di Melilli. Non è l’inizio di una favola, ma una delle pagine più oscure e vergognose della storia italiana. Io sono un cittadino di Augusta, quarantamila abitanti, una città tra Catania e Siracusa, dove c’era anche Marina di Melilli”.

Inizia così la lettera che racconta la vita – e la morte per inquinamento – di un angolo della Sicilia abbandonato da Dio, ma non da politici falliti e famelici che non hanno mai difeso questa popolazione da un sottosviluppo industriale scriteriato e mai rispettoso dell’ambiente e della salute della gente.

“Il nome di Augusta – scrive Padre Prisutto – di solito, ormai, si trova unito a Priolo e Melilli, con le quali condivide un destino amaro: l’olocausto industriale. Forse, un giorno, questa tragedia entrerà a pieno titolo nei libri di storia come Bhopal, Chernobyl, Minamata, Seveso, Hiroshima, Auschwitz. Sono poche, credo, in Italia, le città che come Augusta, si trovano esposte a ben tre rischi: sismico, chimico-industriale e militare. Ma di questa città e del suo triste destino si preferisce non parlare”.

“Ma quando se n’è parlato – scrive sempre il sacerdote – lo si è fatto quasi sempre perché era successo qualcosa di grave. Non è di tutti questa sorta di ‘guiness dei primati’: su 40 kmq di territorio sono stati concentrate 12 industrie ad alto rischio (tre centrali termoelettriche, una fabbrica di cloro a celle di mercurio, quattro raffinerie, un cementificio, un inceneritore, una fabbrica di magnesio, un depuratore, ed altro)”.

“Un territorio con viabilità fatiscente ed insufficiente, disseminato di discariche – prosegue la lettera -. Non se ne conoscerà mai il numero esatto; un territorio più volte interessato da eventi sismici rilevanti; un territorio su cui insistono basi militari italiane, Nato ed Usa; un territorio con una grave emergenza igienico-sanitaria in atto (accertato tasso di mortalità per cancro superiore al 30%; 1000 bambini nati malformati negli ultimi dieci anni; patologie legate al degrado ambientale del territorio; mare non balneabile dove è stato scaricato perfino mercurio in enormi quantità…”.

“Su un territorio dichiarato dal ministero dell’Ambiente nel 1990 ad alto rischio di crisi ambientale – prosegue il sacerdote – e recentemente definito dal prof. Corrado Clini, assimilandolo a Porto Marghera, area in piena crisi ambientale, come se tutto ciò non bastasse, per decisione dell’attuale classe politica dirigente della Regione Sicilia, una centrale termoelettrica sarà, in parte, riconvertita a carbone ed in parte trasformata a ‘termovalorizzatore’ per il trattamento di 500.000-650.000 tonnellate annue di rifiuti urbani indifferenziati provenienti dalle province di Enna, Catania, Siracusa e Ragusa”.

Questo è il secondo termovalorizzatore che la Regione siciliana sta realizzando a ‘umma ‘umma, nel silenzio generale. Il primo è in provincia di Messina, dove c’è già un comitato cittadino che si batte contro questo scempio.

L’aspetto incredibile di questa storia è che, sbattuto fuori dalla Giunta regionale Nicolò Marino, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha nominato il signor Salvatore Calleri. Il quale si è presentato dicendo di aver fatto antimafia e di essere stato il segretario di Antonio Caponnetto, mai dimenticato capo dell’Ufficio istruzione del Tribunale di Palermo alla fine degli anni ’80 del secolo passato.

Da quando questo signor Calleri si è insediato, in materia di rifiuti ne sono successe di tutti i colori. C’è stato lo sviluppo di un’inchiesta della magistratura che riguarda Catania e Agrigento. Quindi lo scandalo del termovalorizzatore di Milazzo. E ora il secondo termovalorizzatore ad Augusta.

Da noi interpellato, il professore Aurelio Angelini, docente presso l’università di Palermo, uno dei massimi esperti in Sicilia in materia di rifiuti, ci ha detto che in Sicilia non si possono realizzate termovalorizzatori che non siano previsti dal Piano regionale dei rifiuti.

Il Piano regionale dei rifiuti, in Sicilia, non c’è, come ci ha confermato il professore Angelini. Ma intanto scopriamo che sono in corso di realizzazione due termovalorizzatori!

Assessore Calleri, ci spiega quello che sta succedendo? Cos’è per lei la ‘trasparenza amministrativa’? Non sarebbe il caso di spiegare ai siciliani quello che state facendo? O anche lei andrà avanti in stile affidamenti senza evidenza pubblica, modello dipartimenti Formazione professionale e lavoro della Regione siciliana?

Assessore Calleri: da quando c’è lei, in Sicilia, in materia di rifiuti, non si parla d’altro che di nuove discariche (che lei ha autorizzato), di termovalorizzatori abusivi, di piattaforme per smaltire rifiuti tossici. E la raccolta differenziata che fine ha fatto? E meno male che lei è stato accanto al dottore Caponnetto… 

“Rimane irrisolto un altro problema – scrive sempre il sacerdote -: dove saranno smaltite le altre 173.000 tonnellate/anno di rifiuti tossici e nocivi della zona industriale di Augusta-Priolo? Non c’è da preoccuparsi: detti rifiuti è stato decretato che verranno smaltiti nella progettata piattaforma polifunzionale che, guarda caso, sarà costruita anch’essa ad Augusta. All’inquinamento attuale, che si protrae da oltre 50 anni, si aggiungerà anche quest’altro voluto dal presidente della Regione Cuffaro”.

Dunque, oltre a un termovalorizzatore abusivo, nell’area di Augusta arriverà anche una “piattafoma polifunzionale” per i rifiuti tossici. Complimenti, assessore Calleri”

 

“Se mettessimo insieme il numero dei morti e dei feriti degli incidenti industriali, degli infortuni sul lavoro, e se unissimo ad essi il numero di morti per tumori ed il numero dei bambini malformati – conclude il sacerdote Palmiro Prisutto – potremmo parlare, senza alcuna retorica, di strage: ma di una strage di Stato. Forse un giorno, verranno le telecamere a documentare l’ennesimo disastro, ad innescare polemiche, dibattiti e passerelle. Ma non sarebbe opportuno che le telecamere venissero ora per evitare ulteriori disastri?”.

Foto di prima pagina tratta da mmmariani.com

 


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A parlare del dramma di una comunita' non e' la politica di siracusa, ma un sacerdote. Cosi' scopriamo che, dalle parti di augusta - area gia' superinquinata - sono in corso di realizzazione un termovalorizzatore per bruciare rifiuti e una piattaforma per smaltire rifiuti tossici. Il tutto senza che ci sia ancora un piano regionale dei rifiuti. E l'assessore regionale salvatore calleri che dice di tutto questo scempio?

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