L'epidemia gastrointestinale che si è registrata nella costa ionica fa ancora parlare di sé. La voce è arrivata anche alla capitaneria di porto etnea. «Quel tratto di mare è interessato da episodi di inquinamento», spiega il tenente Luca Provenzano. E il sindaco di Fiumefreddo interviene: «I controlli sono accurati»
Mare inquinato, i sindaci minimizzano l’allarme Guardia costiera: «Da cittadini nessuna denuncia»
La forte eco seguita alla notizia dell’epidemia gastrointestinale registrata nella costa ionica a ridosso di ferragosto è arrivata anche alla capitaneria di porto di Catania. A parlare della possibilità che all’origine dei malesseri accusati da centinaia di persone negli ultimi giorni è il tenente di vascello Luca Provenzano. Comandante dell’ufficio di Riposto, Provenzano ammette di essere venuto a conoscenza del fenomeno tramite il tam tam sui social network: «Ho appreso dell’epidemia dal web – dichiara -. Si direbbe che siano in tanti a essere stati colpiti da questi disturbi, anche se in molti casi ho letto racconti di seconda mano dove si descrivevano i malesseri di parenti o amici. Ciò non toglie – continua Provenzano – che da parte nostra ci siamo attivati per cercare di capirne di più».
Aver saputo da Internet quanto accaduto soprattutto sulla spiaggia di Fondachello deriva dalla mancanza di comunicazioni ufficiali da parte di Asp e Comuni, ma anche dall’assenza di denunce dei bagnanti: «Al momento – sottolinea il comandante – non abbiamo avuto denunce da parte dei cittadini né gli enti che si occupano del controllo delle acque né, come nel caso dei sindaci, chi ha il potere di applicare divieti di balneazione ci ha fatto sapere alcunché. A riprova di come non sia così semplice stabilire se la causa delle infezioni sia realmente nell’inquinamento marittimo». Sebbene l’infettivologo Pietro Di Girolamo sia stato più netto: «Decine di persone con gli stessi disturbi, forse addirittura centinaia, e vogliamo pensare che si tratti di una casualità?».
Per Provenzano sostenere che le acque antistanti Fondachello siano inesorabilmente inquinate è un eccesso: «I dati dicono che non è così – specifica il tenente -. Non si tratta di opinioni. Quel tratto di mare è interessato da episodi di inquinamento, su cui esistono anche dei procedimenti in corso, ma non si può generalizzare definendolo totalmente inquinato al punto da trovare in esso la causa dell’epidemia». E il primo cittadino di Mascali, Luigi Messina, gli fa eco: «Il problema non può essere confinato su un paio di chilometri di spiaggia, quando si tratta di un litorale che quotidianamente è attraversato da diverse correnti».
Dello stesso avviso il sindaco della vicina Fiumefreddo, Marco Alosi, che ribadisce come fino a oggi non siano arrivate segnalazioni di inquinamento da parte dell’Asp, ente responsabile del monitoraggio delle acque: «Sono un dipendente dell’Asp e so come funzionano i controlli – dichiara Alosi -. Non c’è superficialità, anzi si seguono dei protocolli ben specifici con una continuità per cui ogni 15 giorni, al massimo un mese, vengono prelevati campioni di acqua da diversi punti del litorale. Se ci fossero dei problemi legati all’inquinamento o altro che mettesse a rischio la salute della popolazione, sarebbero arrivate prontamente delle comunicazioni». «Il problema dell’inquinamento, se reale, potrebbe venire da qualche altra parte a Nord», suppone il mascalese Messina.
A pensarla diversamente, tuttavia, sono le numerose persone che in questi giorni convivono con la spossatezza derivata dall’infezione: «Diversi miei amici che vivono a Fiumefreddo e che usualmente vanno al mare tra Giardini e Marina di Cottone – racconta Melania – hanno avuto anche loro gli stessi sintomi. Vomito diarrea e febbre e come loro parecchi vicini di casa. Ovviamente, non sapendo che altre centinaia di persone erano nelle loro stesse condizioni – continua la donna – hanno attribuito il tutto a un virus. Ma mi chiedo: perché ci stiamo abituando al verificarsi continuo di questi episodi?».
Episodi che, per quanto meritevoli di rispetto e approfondimento, secondo la capitaneria di porto non bastano a stabilire con certezza un nesso causa-effetto tra lo stato del mare e l’epidemia: «Le spiagge del Comune di Mascali e Fiumefreddo si trovano in un territorio servito da un depuratore – conclude Provenzano -. Questo non significa sottovalutare l’allarme ma bisogna attendere dati concreti prima di prendere decisioni importanti». E il primo cittadino di Fiumefreddo conferma: «Pensare di intervenire con divieti di balneazione senza avere contezza reale delle cause che hanno portato a questi malesseri sarebbe una forzatura».
A detta del primo cittadino di Mascali, comunque, non è detto che l’origine dell’epidemia sia legata al mare: «Ho parlato con alcuni medici e mi hanno detto – spiega Messina – che un’infezione di natura batteriologica prevedrebbe un contagio per contatto con l’agente patogeno e non una trasmissione orale, che è l’unica via per spiegare come mai ad accusare i sintomi siano state anche persone che non sono andate al mare». In tal senso, le polemiche degli ultimi giorni potrebbero creare un danno di immagine a Fondachello, con conseguenti ricadute per l’economia locale: «Credo sia giusto che i giornali facciano il loro mestiere – conclude Messina – ma bisogna pensarci bene prima di circoscrivere un problema solo al nostro Comune, il rischio è di creare un allarmismo che danneggia gli operatori turistici locali e in un momento come quello attuale non possiamo permettercelo».