Dopo quarant’anni la società civile torna in strada per testimoniare che Cosa nostra non si combatte solo con le inchieste e il lavoro delle procura ma anche da un punto di vista sociale. Oltre novanta tra scuole, associazioni, sindacati, amministrazioni comunali hanno aderito alla marcia Bagheria-Casteldaccia. La prima manifestazione risale al 1983. Tra i presenti […]
Mille in marcia da Bagheria a Casteldaccia contro la mafia. Tra i partecipanti anche Giuseppe Conte
Dopo quarant’anni la società civile torna in strada per testimoniare che Cosa nostra non si combatte solo con le inchieste e il lavoro delle procura ma anche da un punto di vista sociale. Oltre novanta tra scuole, associazioni, sindacati, amministrazioni comunali hanno aderito alla marcia Bagheria-Casteldaccia. La prima manifestazione risale al 1983. Tra i presenti all’appuntamento di oggi anche l’ex presidente del Consiglio e leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte. Durante la manifestazione, secondo quanto riferiscono fonti del M5S, Conte si è collegato in diretta con un altro evento contro la criminalità organizzata in Calabria.
«Oggi – ha detto il leader stellato – uniamo idealmente Sicilia e Calabria, due terre che soffrono per le mafie. Lottiamo insieme contro la criminalità organizzata. Siamo vicini a Matteo Tubertini della Guglielmo caffè e a Tiberio Bentivoglio, così come a tanti altri imprenditori, commercianti e cittadini che si ribellano alle mafie. Bisogna evitare che imprenditori che portano lavoro e sviluppo sociale siano abbandonati a loro stessi dalle istituzioni». Secondo l’ex presidente del Consiglio il M5S è «avamposto nella lotta contro la mafia. Ci siamo e ci saremo sempre. Continueremo a combattere corruzione e voto di scambio, la malavita non si presenta con i mitra ma con giacca e cravatta per entrare nelle amministrazioni e appropriarsi di risorse pubbliche». Ma, è l’accusa di Conte, «con gli interventi del governo si finisce per dissuadere la collaborazione con la giustizia». «Il ministro della Giustizia Carlo Nordio – ha detto infine Conte – dice che i mafiosi non parlano al telefono. È smentito dall’arresto di Matteo Messina Denaro dove le intercettazioni sono state fondamentali».