Mamma mia! Che Meryl

«Tipico: aspetti per vent’anni un padre e te ne arrivano tre insieme».
Quando la giovane Sophie alla vigilia delle nozze con il prestante Sky invia tre lettere a tre uomini molto diversi tra loro, non immagina di certo di dare il via a un vero e proprio tuffo nel passato. Cerca solo l’uomo giusto che l’accompagni all’altare e invece bussano alla porta di una cadente villa sul mar Egeo tre probabili candidati al ruolo di papà. Con qualche difficoltà per la mamma, ovviamente.
Questo il tema centrale di “Mamma mia!”, il film che ha per protagonista Meryl Streep con la regia di Phyllida Lloyd nel quale a farla da padrone sono le canzoni immortali degli Abba e Donna, un’energica cinquantenne con un passato ricco di emozioni. Vale la pena di vedere questo film solo per la sua attrice principale, Meryl Streep (Donna, appunto): canta, balla, emoziona, si prende in giro scivolando giù per una balaustra o saltando su un letto, il tutto in una girandola di colori e musiche emozionanti fino ai titoli di coda.

A farle da spalla Rosie – Julie Walters (l’insegnante di danza di Billie Elliot e la madre del migliore amico di Harry Potter) e Tanya – Christine Baranski (che nei musical è quasi di casa dopo aver interpretato Sweeney Todd a teatro).
Assieme, le tre un tempo facevano parte del trio “Donna and the Dynamos”, gruppo che rispolverano in occasione della festa di addio al nubilato di Sophie.

A fare loro da contrappunto vengono chiamati gli aspiranti padri della giovane Sophie (Amanda Seyfried), la quale rivela alle due amiche – ecco che torna l’elemento trio – la fatidica estate del suo concepimento con una dolcissima (nomen omen) versione di Honey honey.

Entrambi i gruppi non reggono il confronto con le Dynamos: nel primo è molto pesante l’handicap Pierce Brosnan (Sam) troppo ingessato, quasi fosse ancora impastoiato nello smoking di James Bond, e Colin Firth (alias Harry) troppo “british” all’inizio, ma piccola sorpresa nel finale. Anche Stellan Skarsgård-Bill (l’ex Sputafuoco di Pirati dei Caraibi) si salva solo nel finale, con una coinvolgente Take A Chance On Me in duetto con la Walters.

Il terzetto Donna, Rosie, Tanya è imprendibile in Super Trouper, con tanto di omaggio agli estrosi costumi degli Abba; ma è in Mamma mia e Dancing queen che danno il meglio, coinvolgendo perfino l’intera popolazione dell’isola. Non mancano anche le emozioni, con la struggente The winner takes it all da ascoltare tutta in un fiato.

La trama può sembrare un po’ debole ed eccessivamente tirata, ma in realtà funge come buon contenitore per i dodici anni di successi del gruppo svedese più conosciuto al mondo.

I titoli di coda appaiono solo dopo un “concerto” speciale nel quale compaiono i protagonisti, benedetti da un olimpo tutto particolare, in un tripudio di luci, costumi e coreografie rigorosamente anni ’70.


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