Con le forti piogge è tornato a ingrossarsi il torrente Lavinaio Platani che, lo scorso anno, aveva trascinato un 53enne il cui corpo fu ritrovato nel Siracusano. Oggi la situazione non sembra essere migliorata e intere frazioni contano i danni. Nonostante il bollettino di ieri della protezione civile, diramato dal Comune oggi alle 13. «Abbiamo deciso di valutare il da farsi», spiega l'assessore Rory Pietro Paolo. Guarda il video
Maltempo ad Acireale, isolata Capomulini È giallo sullo stato di pre-allerta tardivo
Il maltempo che ha investito il Catanese non ha riguardato solo la città. Ingenti danni si sono registrati in queste ore anche ad Acireale, dove la frazione di Capomulini si è ritrovata isolata, a causa anche della piena del torrente Platani. L’uscita per Acireale dell’autostrada A18 è stata chiusa, con gravi conseguenze per il traffico, anche in direzione Catania. I sommozzatori e le squadre dei vigili del fuoco di Acireale e Catania, dopo le operazioni concluse a Misterbianco, nel primo pomeriggio si sono spostate a Capomulini, dove non si sono resi necessari salvataggi ma i danni – già evidenti – sono ancora tutti da quantificare.
Cortili allagati e macchine trascinate dall’acqua. Sono scene già viste nell’Acese, sempre a causa della piena del torrente Lavinaio Platani, tristemente noto alle cronache per il caso di un disperso, durante le forti piogge dello scorso anno, in via Anzalone. Dove oggi le condizioni non sono affatto migliori, come dimostrano le immagini di CTzen. Era il settembre 2013 quando Giuseppe Castro, 53 anni, dipendente pubblico, stava percorrendo la strada a bordo del suo motorino. Inghiottito dall’acqua, il corpo dell’uomo è stato cercato per giorni. E poi ritrovato, quasi due settimane dopo, impigliato nelle reti di alcuni pescatori del Siracusano, come confermato dall’esame del Dna. Allora, la tragedia aveva provocato aspre polemiche tra i residenti e il sindaco Nino Garozzo. Che aveva respinto ogni accusa di incuria. «Gli alvei torrentizi sono di proprietà del demanio regionale», aveva risposto il Comune. E oggi, a distanza di un anno, nulla sembra essere cambiato.
Ma a tingere di giallo la gestione della pubblica sicurezza è stata l’apparente titubanza con cui l’amministrazione ha annunciato l’allerta meteo. Il comunicato ufficiale del Comune sui rischi derivanti dalle avverse condizioni meteorologiche è stato divulgato, infatti, intorno alle 13, quando il caso ha voluto che il cielo si fosse già rasserenato. Tuttavia, che il tempo non promettesse nulla di buono era parso chiaro fin dall’alba. Tante, a tal proposito, le persone che sui social network hanno criticato l’attendismo del primo cittadino di Acireale nel dichiarare l’allerta. Un temporeggiamento che, stando a quanto dichiara la Protezione civile, poteva essere evitato: «I nostri bollettini con relativi sms – dichiarano – vengono inviati entro la sera del giorno prima. È impossibile che ad Acireale sia stata fatta una comunicazione in mattinata».
Sulla questione, l’assessore alla Protezione civile Rory Pietropaolo ha replicato: «Escludo che sia pervenuto ieri un sms che invitasse a dichiarare l’allerta. Abbiamo ricevuto, infatti, solo il consueto bollettino in cui venivamo informati di uno stato di attenzione pre-allarme che ci ha messi nelle condizioni di valutare il da farsi». La scelta di attendere l’evolversi della situazione, dunque, è stata volontaria: «Sì, abbiamo cercato di valutare con attenzione cosa era meglio fare. D’altronde, anche gli altri comuni dell’hinterland si sono comportati come noi». Il bollettino a cui fa riferimento l’assessore acese individuava nella costa ionica uno stato di preallarme – specialmente per le località, e Acireale è tra queste, che in passato sono state colpite da calamità di carattere idraulico – che era valido dalla mezzanotte di oggi fino alle trentasei ore successive. Adesso infatti l’amministrazione invita tutti i cittadini «a limitare al minimo indispensabile gli spostamenti fino alla serata di domani e raccomandiamo a tutti alla massima prudenza, soprattutto a chi risiede nei pressi del torrente Platani».