Dodici scatti di donne che indossano solo una mascherina, e pure in modi stravaganti. «Ne chiediamo il ritiro - dice a MeridioNews Loredana Mazza, la presidente di Galatea - Non è questione di pudicizia o censura, ma quegli scatti mercificano i corpi»
Mail bombing come protesta per il calendario Codacons Centro antiviolenza: «Donne spogliate di vestiti e valori»
Donne nude con addosso solo una mascherina anti-Covid tricolore indossata anche in modi piuttosto stravaganti: al collo, alle caviglie, alle orecchie, come fascia per i capelli. Dodici scatti, realizzati dalla fotografa romana Tiziana Luxardo, per il calendario sociale di Codacons che ha come titolo Italienza, la crasi delle parole italianità e resilienza. «In quelle foto, le donne non sono spogliate solo dei vestiti ma anche dei loro valori, della loro intelligenza e del ruolo che ricoprono nella società». La critica arriva da Loredana Mazza, avvocata e presidente del centro antiviolenza Galatea di Catania. La realtà ha ideato una immediata forma di protesta per chiedere la rimozione e il ritiro del calendario: «Intasare le caselle di posta elettronica certificata di Codacons con una mail di denuncia».
Il mail bombing come ribellione «immediata e funzionale di fronte a un linguaggio che riporta alla solita mercificazione e reificazione del corpo della donna, con la grave conseguenza di renderla un oggetto», spiega a MeridioNews la presidente precisando però che non si tratta di «censura o pudicizia: il corpo delle donne può essere mostrato ma in contesti opportuni. In questo caso – si chiede Mazza – perché non è stato invece scelto di ritrarre le donne che indossano la mascherina nel loro studio di avvocate, in una sala operatoria, nel laboratorio di un panificio?». Quei corpi nudi in ognuno dei dodici scatti in bianco e nero – tra i quali è stato anche chiesto da Codacons agli utenti di scegliere la foto preferita con un like sui social – «declassificano la donna a mero strumento appetibile di desiderio e sembrano messi lì per attirare degli sguardi morbosi. A quel punto – commenta Mazza – il passo alla deresponsabilizzazione nei confronti della donna è breve e implicito».
«A me sembra uno di quei calendari per i meccanici che perfino i meccanici non espongono più perché si sono evoluti e si vergognano di fronte alle clienti». È il commento di una delle volontarie del centro antiviolenza Galatea che ha aderito all’iniziativa del mail bombing. «Il contrasto alla
violenza di genere – afferma la presidente Mazza – si compie attraverso azioni sinergiche che chiamano in causa la
voglia di ristabilire i significati all’interno della nostra società. Fino a quando non avremo capito questo – conclude – continueremo a essere
tutti colpevoli ogni qualvolta scorreremo la lunga lista di stupri e femminicidi».