Il provvedimento riguarda i terreni del 60enne Pietro Crescimone, attualmente recluso e considerato inserito all'interno della criminalità del Siracusano. Questa decisione su delega della Procura segue a quella dello scorso marzo
Mafia, sequestro per esponente dei Trigila-Pinnintula Soggetto «pericoloso» con precedenti per estorsione
Sequestro di un vasto appezzamento di terreno su cui insistono due immobili a uso abitativo del valore stimato di oltre 300mila euro edificati in violazione di ogni norma in materia edilizia. È questo l’ultimo provvedimento nei confronti del 60enne Pietro Crescimone emesso dal Tribunale di Catania su delega della Procura distrettuale di Catania, personale della Divisione Polizia Anticrimine della questura di Siracusa. L’uomo, nato a Lucca Sicula, in provincia di Agrigento, e residente e da molti anni a Siracusa è attualmente recluso. Quest’ultimo provvedimento segue a quello del 12 marzo scorso, quando gli erano stati sequestrati tre appezzamenti di terreno di circa 12mila metri quadrati, di assoluto valore commerciale in quanto inseriti nel Piano regolatore generale come aree di potenziale sviluppo edilizio, ubicati a Siracusa – Strada Carancino, oltre ad un’automobile di lusso, un motociclo e un camion.
Le misure nei suoi confronti scaturiscono dalle indagini da parte delle forze dell’ordine che imputano a Crescimone delitti contro il patrimonio, con violenza sulle cose e le persone, facendo ricorso anche all’uso delle armi. Crescimone, arrestato a maggio del 2017, è stato ritenuto pienamente inserito nel clan mafioso Trigila-Pinnintula di Noto. Dopo essere stato arrestato in flagranza di reato, trovato in possesso di 71 chili di hashish, è stato accusato di tentata estorsione ai danni di una ditta di raccolta di rifiuti netina e per questo coinvolto nell’Operazione Piazza pulita.
Crescimone figura anche nell’operazione Vecchia Maniera, dove è stato considerato come esponente di rilievo nell’attività criminale del clan, con reati di detenzione, spaccio, tentata estorsione in concorso e danneggiamento con uso di armi. L’assoluta sproporzione tra i beni posseduti da Crescimone e i redditi dichiarati inesistenti, attestano come le proprietà oggetto del provvedimento siano riconducibili ai proventi derivanti dalle attività delittuose dallo stesso commesse negli anni.