I due, 63 e 37 anni, erano già finiti in manette nel 2013. Adesso avevano cominciato a imporre il pizzo sotto le festività natalizie e pasquali a una società che opera anche all'estero. I magistrati della direzione distrettuale antimafia di Palermo contestano loro l'estorsione aggravata dal metodo mafioso. Guarda il video
Mafia, pizzo e minacce a una ditta di trasporti Arrestati Giuseppe La Torre e Danilo Gravagna
Un pizzo da 500 euro sotto le festività e la pretesa di affidare tutti i lavori a una ditta propria. È l’accusa che i magistrati della direzione distrettuale antimafia di Palermo contestano a Giuseppe La Torre, 63 anni, e Danilo Gravagna, 37 anni, arrestati per la seconda volta – la prima nel 2013 – nel capoluogo siciliano durante un’operazione congiunta dei carabinieri del Nucleo investigativo e del Gico della Guardia di finanza. Il reato contestato ai due è estorsione aggravata dal metodo mafioso nei confronti di una ditta di trasporti che opera anche all’estero.
La Torre e Gravagna avrebbero costretto il titolare della società a pagare 500 euro a Natale e a Pasqua. Sempre secondo gli investigatori, avrebbero poi cercato di imporre all’azienda il passaggio di tutti i trasporti alla ditta di Gravagna. Il titolare era già stata soggetta al pizzo dal 2007 al 2010. Quando, nell’operazione Eleio del 2010, i suoi estorsori sono stati arrestati, nessuno era più venuto a bussare alla porta della ditta di trasporti. Almeno per un anno. Quando a farsi vivi sono La Torre e Gravagna.
I due erano già stati arrestati il 17 ottobre 2013, insieme ad altre 20 persone, con l’accusa di appartenenza a un’associazione per delinquere specializzata in furti, rapine, ricettazione, commercio di prodotti con contrassegni falsi, sequestro di persona e altri reati