L'evento di stamattina fa parte di una serie di iniziative in ricordo del 36 anniversario dell'uccisione di Pio La Torre e Rosario Si Salvo che culmineranno venerdì 27 aprile, alle ore 10.30, al Teatro della Casa Circondariale Calogero Di Bona - Ucciardone
Mafia, gli studenti ripuliscono la lapide di Pio La Torre Lo Monaco: «Simbolo di ciò che va fatto nella società»
La lapide commemorativa di Pio La Torre e Rosario Di Salvo è stata pulita, questa mattina, dagli studenti delle tre scuole che l’hanno adottata: l’elementare Ragusa-Moleti, l’Iis Vincenzo Ragusa-Otama Kiyohara e l’Itet Pio La Torre. Presenti il presidente del Centro Pio La Torre, Vito Lo Monaco, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando e il presidente della IV Circoscrizione, Silvio Moncada. I ragazzi hanno deposto anche trentasei garofani rossi.
«La presenza dei bambini e dei ragazzi qui alla lapide di La Torre e Di Salvo – ha detto Orlando – è il modo migliore per evitare un freddo ricordo e fare invece calda memoria di un passato a cui guardiamo con la consapevolezza che molto è cambiato dal 1982». «La pulizia della lapide – ha affermato Vito Lo Monaco, presidente del centro Pio La Torre – è un simbolo della pulizia che va fatta nella società per liberarci dalla mafia. Come dimostra la recente sentenza sul processo ‘Trattativa’ la mafia continuerà a sopravvivere se non si recidono i legami tra la criminalità e la politica».
L’evento di stamattina fa parte di una serie di iniziative in ricordo del 36 anniversario dell’uccisione di Pio La Torre e Rosario Si Salvo che culmineranno venerdì 27 aprile, alle ore 10.30, al Teatro della Casa Circondariale Calogero Di Bona – Ucciardone di Palermo. In quell’occasione gli attori detenuti, con la regia di Lollo Franco, metteranno in scena il testo teatrale Dalla parte giusta, scritto da Gianfranco Perriera. Il testo ripercorre il periodo di ingiusta detenzione all’Ucciardone di Pio La Torre, accusato di aggressione a un poliziotto durante la manifestazione di occupazione del feudo di Santa Maria del Bosco, a Bisacquino, nel 1950, e poi assolto solo nel 1952 dopo diciotto mesi di carcere.