Paolo Arena è stata ucciso con cinque colpi esplosi da due fucili davanti al Municipio di Misterbianco il 28 settembre del 1991. Luciano Cavallaro si era già autoaccusato del delitto, ora è arrivata la condanna per Gaetano Nicotra
Mafia, ergastolo per boss mandante dell’omicidio di un politico «Ex segretario della Dc ammazzato perché ritenuto traditore»
La prima corte d’Assise di Catania ha condannato all’ergastolo il boss Gaetano Nicotra in qualità di mandante per l’omicidio dell’ex segretario della Democrazia cristiana di Misterbianco Paolo Arena. L’uomo fu assassinato il 28 settembre del 1991 davanti alla sede del Municipio della città alle porte di Catania. Accogliendo la richiesta del pubblico ministero Marco Bisogni, invece i giudici hanno assolto con la formula «per non avere commesso il fatto» Nino Rivilli che era accusato di essere uno dei due sicari dell’agguato.
Secondo la procura, Arena fu ucciso dal clan Nicotra – detto dei Tuppi – perché «ritenuto un traditore», visto che «dopo avere intrattenuto relazioni illecite e continuative con loro aveva allacciato rapporti d’affari» con la cosca rivale dei Pulvirenti. A uccidere Arena è stato Luciano Cavallaro, che si è autoaccusato del delitto.
L’esponente politico, legato alla corrente andreottiana della Dc, fu assassinato davanti al Comune di Misterbianco. Almeno cinque colpi sparati con due fucili caricati a pallettoni, uno dei quali esploso alla testa da distanza ravvicinata dopo che Arena era sceso dalla sua Lancia Thema per tentare di fuggire a piedi. Prima di scappare, uno dei due sicari ha sparato in aria per fare allontanare gli invitati a un matrimonio che si stava celebrando in una chiesa di fronte al Municipio.