L'imprenditore è stato sottoposto alla misura della sorveglianza speciale per due anni e sei mesi. I sigilli sono stati messi ad aziende, fabbricati, terreni, automezzi e denaro. Già nel 2014 l'uomo era stato coinvolto in un'operazione antimafia, insieme ad altre 28 persone. Guarda il video
Mafia, confisca da 600mila euro a Buda Cugino del boss dei Carrateddi Privitera
Confiscate aziende, fabbricati, terreni, automezzi e denaro per un valore complessivo di 600mila euro. Sono i numeri dell’operazione della Dia di Catania guidata da Renato Panvino che stamattina ha messo i sigilli al patrimonio dell’imprenditore Orazio Buda, su decreto emesso dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale di Catania.
L’uomo, che è stato sottoposto alla sorveglianza speciale per due anni e sei mesi, nel 2014 era già stato arrestato nell’ambito dell’operazione antimafia Prato verde. Il provvedimento faceva parte di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal nei confronti di 28 presunti appartenenti al clan dei Carrateddi, capeggiato dal boss Orazio Privitera, attualmente detenuto in regime di 41 bis, di cui Buda è il cugino. L’imprenditore è stato più volte citato nel processo per voto di scambio a carico dell’ex governatore siciliano Raffaele Lombardo e del fratello Angelo, ex deputato nazionale Mpa.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Buda avrebbe intestato alcune attività a delle teste di legno. Una rete di prestanome che sarebbero stati utilizzati per cercare di aggirare le indagini patrimoniali. Nello specifico sono stati sottratti all’uomo alcuni appartamenti: uno in via Castagnola e l’altro in via IV novembre. Sigilli anche per un terreno in contrada Torre Allegra, diversi rapporti bancari, quattro società immobiliari e un negozio che vendeva armi di soft-air. Nel lungo elenco è finito pure lo storico chiosco di villa Pacini. La rivendita durante il periodo del sequestro è rimasta chiusa a causa delle difficoltà finanziarie segnalate dall’amministratore giudiziario.