Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo, in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo -, ha sequestrato a Partinico una villa con piscina, area Spa e boschetto privato, arredata con arazzi, quadri e armature, per un valore totale di circa quattro milioni di euro. Destinatario del provvedimento è Benedetto Valenza (classe ’62), già coinvolto in diversi processi di mafia, figlio di Salvatore e nipote di Erasmo, esponenti di vertice della famiglia mafiosa di Borgetto, «vittime di lupara bianca, il 21 aprile del 1983, in quanto legati al gruppo del noto boss Gaetano Badalamenti», fa sapere in una nota la guardia di finanza.
«Fin dagli anni ’90, Valenza – continua la nota- era considerato l’imprenditore di riferimento, per la produzione di calcestruzzi, delle famiglie mafiose dei Vitale e dei Brusca». Nonostante il suo impero aziendale fosse stato smantellato nel luglio 2001 grazie al provvedimento di confisca emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo a seguito di una indagine da cui emerse chiaramente la sua vicinanza ai fratelli Vitale, Valenza «era riuscito comunque a reinserirsi nel settore della produzione e fornitura di calcestruzzo e conglomerati bituminosi, intestando fittiziamente beni e società a vari prestanome e gestendo, in tal modo, cinque impianti di calcestruzzo ed una società di trasporto merci dislocati tra le province di Palermo e Trapani». Nel 2007 e nel 2009 è stato quindi arrestato per il reato di intestazione fittizia di beni, nell’ambito di indagini dalle quali, tra l’altro, erano emersi il controllo esercitato dalla mafia sugli appalti pubblici nella Sicilia occidentale e l’utilizzo di cemento depotenziato per la realizzazione delle opere, allo scopo di incrementare i profitti. Dopo un nuovo arresto sempre per il medesimo reato nel 2014, le Fiamme Gialle del Gico di Palermo hanno eseguito un sequestro di beni del valore complessivo di circa quattro milioni e mezzo di euro.
Tra questi non era però compresa una sfarzosa villa di circa 500 metri quadri con vasto parco pari a 5.000 mq, dotata di ogni comfort, in quanto realizzata su un terreno ereditato dal Valenza prima della sua scalata imprenditoriale. «Tuttavia, più recenti indagini, svolte anche attraverso l’analisi dei rilievi aero-fotogrammetrici dal 1994 ai giorni nostri, hanno permesso di scoprire che la costruzione della villa è avvenuta tra il 1994 ed il 1998, anni in cui Valenza già viveva in pieno, secondo gli inquirenti, un’illecita espansione imprenditoriale». Per tale motivo, ed alla luce della evidente sproporzione fra redditi dichiarati e beni posseduti, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo ha ritenuto che l’abitazione e le sue pertinenze costituissero il reimpiego dei redditi illeciti provenienti dalle attività di impresa del Valenza e ne ha disposto il sequestro, ora eseguito dai finanzieri.
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