L'inchiesta, che ha portato a otto provvedimenti di cui sette in carcere, ruota attorno alla figura di Giulio Caporrimo, fedelissimo dei Lo Piccolo e figura di spicco di Cosa nostra. Gli inquirenti si soffermano sulle scommesse online e sui tentacoli della mafia nel settore
Mafia, blitz contro il mandamento Tommaso Natale Boss tornato da Firenze per reggere le fila del clan
Nuovo blitz contro la mafia di Palermo. Dopo i 16 arresti di ieri contro i presunti appartenenti alle famiglie mafiose di Brancaccio e Roccella, nella parte orientale del capoluogo siciliano, questa volta viene colpito il mandamento mafioso di Tommaso Natale, nella zona occidentale della città: otto gli arresti disposti dal gip ed eseguiti dai carabinieri del comando provinciale, di cui sette in carcere e uno ai domiciliari. Le accuse sono di associazione mafiosa, estorsioni aggravate e danneggiamento seguito da incendio.
L’operazione, denominata Bivio 2, è stata coordinata dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca, della direzione distrettuale antimafia. I carabinieri parlano di «perdurante operatività» di Cosa nostra nel mandamento nonostante le cinque operazioni scattate negli ultimi anni: Oscar, nel 2011; Apocalisse, nel 2014; Talea, nel 2017; Cupola 2.0 tra il 2018 e il 2019; Teneo nel 2020. L’operazione di oggi, che rappresenta l’evoluzione dell’indagine Bivio del gennaio di quest’anno, ruota attorno alla figura di Giulio Caporrimo che, tornato in libertà nel maggio del 2019, si era ritrovato sottoposto a Francesco Palumeri, designato come sostituto da Calogero Lo Piccolo, nuovo capo del mandamento di Tommaso Natale, così come emerso da Cupola 2.0.
Caporrimo, trasferitosi a Firenze per prendere le distanze dai nuovi assetti di Cosa nostra, prima avrebbe costretto Palumeri a ritirarsi dalla sua carica e poi avrebbe fatto ritorno a Palermo da reggente. La seconda tranche dell’inchiesta, sfociata nei provvedimenti di oggi, ha fatto luce su una serie di reati che sarebbero stati commessi anche da Caporrimo e dal figlio, Francesco. Sotto alla lente d’ingrandimento della Dda, ancora una volta, il settore delle scommesse online, «la cui gestione – dicono i carabinieri – fa registrare la stabile infiltrazione della mafia». Uno degli indagati raggiunti dalla misura cautelare è Giuseppe Vassallo, palermitano trasferito a Firenze, che grazie agli accordi con Giulio Caporrimo e Antonino Vitamia avrebbe commercializzato i propri siti per le scommesse online sul territorio di Tommaso Natale riconoscendo parte degli utili al clan. L’indagine, inoltre, ha rivelato ancora una volta la pressione del racket su imprenditori e commercianti.