Nel blitz sono coinvolte 15 persone tra cui due imprenditori accusati di concorso esterno in associazione mafiosa. A loro sarebbe spettato il compito di custodire il tesoro del clan. L'attività musicale, invece, venne inaugurata nel 2016 con un maxi concerto
Mafia, i nomi degli arrestati nel blitz contro i Santapaola Sequestrata la casa discografica al figlio del capomafia
Quindici persone accusate a vario titolo di associazione mafiosa, concorso esterno, riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di valori. Sono alcuni dei dettagli dell’operazione Picaneddu, dal nome dello storico rione roccaforte di uno dei gruppi della famiglia di Cosa nostra dei Santapaola-Ercolano. L’indagine dei carabinieri ha permesso di disarticolare la struttura della cosca, definendo i ruoli operativi.
In particolare è emerso come l’organizzazione – guidata da Carmelo Salemi, il quale era affiancato da Giuseppe Russo e Vincenzo Scalia – garantisse gli stipendi agli affiliati attraverso la gestione della cosiddetta cassa comune alimentata dai proventi derivanti da estorsioni, attività di recupero crediti, traffico di stupefacenti e case da gioco clandestine. L’operazione ha anche messo in luce il comportamento di due imprenditori, Andrea Consoli e Carlo Concorso, indagati a vario titolo per concorso esterno in associazione mafiosa, riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori, che si prestavano a custodire il patrimonio accumulato dai mafiosi, in modo da ostacolarne l’identificazione della provenienza e sottrarlo a eventuali misure di prevenzione patrimoniali. Dalle intercettazioni è emerso che Consoli avrebbe custodito 500mila euro per conto della cosca. In cambio gli imprenditori avrebbero beneficiato di varie utilità e della protezione della mafia.
I carabinieri, al termine di approfonditi accertamenti patrimoniali, hanno proceduto al sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di un milione di euro, costituiti, tra l’altro, dalla casa discografica Q Factor Records, intestata a uno dei figli del capomafia Giovanni Comis. Quest’ultimo, finito in manette nell’operazione Orfeo, avrebbe ereditato il ruolo di capo da Lorenzo Pavone. La Q Factor, che ha sede in via Caduti del Lavoro, venne inaugurata il 23 aprile 2016 con un evento musicale in piazza delle Universiadi, nei pressi del campo scuola. In quell’occasione si esibirono sul palco diversi cantanti neomelodici tra cui Gianni Vezzosi e Massimo Comis, figlio di Giovanni. Un altro figlio, il 38enne Nunzio, venne arrestato per usura lo scorso anno. A casa i militari della guardia di finanza gli trovarono 13mila euro in contanti.
Il 31 maggio scorso la casa discografica ha distribuito il singolo Enzo Negativa, cantato da Vezzosi. Il brano è un ricordo di Enzo Scalia, ucciso l’8 agosto 2020 insieme al 48enne Luciano D’Alessandro nell’ambito di una faida mafiosa tra il clan Cappello e quello dei Cursoti. Nel video della canzone, girato a piazza Dante, Vezzosi canta con attorno amici e familiari della vittima.
I destinatari delle misure cautelari
In carcere:
Andrea Caruso, cl. 1981
Giovanni Comis, cl. 1963
Andrea Consoli, cl. 1977
Giovanni Frazzetta, cl. 1968
Marco Frazzetta, cl. 1970
Giuseppe Russo, cl. 1976
Carmelo Salemi, cl. 1969
Vincenzo Santo Scalia, cl. 1960
Francesco Testa, cl. 1975
Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e di dimora:
Carlo Concorso, cl. 1973
Ugo Puglisi Foscolo, cl. 1982
Veronica Puglisi Foscolo, cl. 1979
Rudy Veneziano, cl. 1979