Madonie, fra carenze sanitarie e strade impercorribili «Straordinarie potenzialità e straordinaria solitudine»

Non solo paesaggi mozzafiato, cibo del territorio e meta ideale per una gita sulla neve. Le Madonie, bellezze a parte, di problemi ne hanno accumulati parecchi negli anni. Parte di questi li ha toccati con mano anche il deputato regionale Claudio Fava, che si è recato a Petralia Sottana, incontrando il direttore sanitario e i medici dell’ospedale Madonna dall’Alto. «La vicenda della struttura è emblematica: è in una zona montana, a due passi da un impianto sciistico, però non c’è un reparto di traumatologia, perché il numero di interventi non è sufficiente a giustificarne la presenza. Non c’è neppure un reparto di neonatologia e occorre mettere in conto, quando nevica, di doverci mettere ore prima di riuscire a raggiungere un ospedale disponibile per partorire. Non ci sono una chirurgia né una cardiologia – racconta il deputato, a margine del suo tour -. In condizioni del genere il diritto alla salute è molto precario».

Per non parlare poi della situazione della viabilità, che «in quelle zone è disastrosa». Ci sono strade sulle quali non viene fatta alcuna manutenzione, né ordinaria né straordinaria. «Ci sono condizioni di percorribilità tali che rendono questa zona forestiera rispetto al resto della Sicilia – torna a dire il deputato -. Con i madoniti ho condiviso la necessità di non accontentarsi di carezze, promesse e solidarietà. Bisogna fare in modo che i diritti non si trasformino in promesse». E tira in ballo il crollo del pilone del viadotto Himera, ceduto nell’aprile del 2015, che ha relegato definitivamente la Sicilia in una situazione drammatica. «Dopo quattro anni ci si accontenta ancora di una deviazione sul percorso dell’autostrada, le strade provinciali non esistono più, tutto diventa impraticabile con un po’ di pioggia, non c’è tutela alcuna del diritto alla salute, i fondi comunitari vengono spesi male e poco. È di tutto questo che dobbiamo parlare e che merita un intervento politico e una risposta».

Per farlo, l’idea è quella di portare tematiche così stringenti come quella dell’ospedale e della viabilità nelle sedi istituzionali. «La prima sensazione che ne ricavi, dopo essere stato in questi luoghi, è quella di un territorio con straordinarie potenzialità che si trova in una straordinaria solitudine – continua Fava -. Vorrei fare in modo assessori e governo si assumano responsabilità precise. Non volete aprire la neonatologia? Non volete chiedere la deroga per la traumatologia e l’ortopedia? Bene. Ma che si faccia qualcosa per uscire fuori da questo eterno rimpallo delle responsabilità. Io credo che questa deroga vada chiesta, credo che ci siano tutte le ragioni, cercherò di fare in modo che nei luoghi istituzionali si apra una vertenza e una discussione che permetta a questa comunità di avere una rappresentanza un po’ più puntuale rispetto alla condizione in cui si è trovata fino ad ora».


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