M.S.Anastasia, focolaio di salmonella in azienda  Oltre 10mila galline dovranno essere abbattute

Un focolaio di salmonella è stato scoperto all’interno di una azienda specializzata nell’allevamento di galline ovaiole in contrada Crocevia in territorio di Motta Santa Anastasia, al confine con Belpasso. La presenza del batterio è stata individuata nelle feci degli animali a seguito di specifici esami effettuati dall’istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia su una serie di campioni prelevati da uno dei tre capannoni dell’azienda, lo scorso 12 dicembre. Dieci giorni dopo i risultati hanno accertato che si trattava di quell’agente batterico.

Sono 10635 le ovipare che dovranno essere abbattute entro 15 giorni dalla notifica dell’ordinanza sindacale, che porta la data del 28 dicembre. Il primo cittadino mottese, Anastasio Carrà «a tutela della salute pubblica, ordina alla rappresentante legale dell’azienda il divieto di movimentazione in entrata e in uscita delle galline dal capannone in cui sono presenti capi risultati positivi per salmonella enteritidis». Inoltre, nell’ordinanza vengono anche specificate le modalità di abbattimento e le operazioni di bonifica del capannone oggetto del controllo. 

Le uova prodotte a partire dal 22 dicembre e provenienti da quella zona dell’azienda in cui è stato localizzato il focolaio, «non devono essere fatte entrare nel centro di imballaggio aziendale o in altri centri di imballaggio dove vengono lavorate altre uova», così si legge nell’ordinanza. La procedura prevede invece che vengano stoccate in azienda, in imballaggi chiusi tramite fascetta ed etichetta recante la data di raccolta. Devono poi essere «distrutte oppure trattate» concordando con l’azienda sanitaria provinciale di Catania le modalità con cui eseguire le operazioni e individuando lo stabilimento in cui fare il trattamento termico. Le carcasse di eventuali animali morti in quel periodo devono essere stoccate negli appositi contenitori e inviate a un impianto di distruzione. 

Mentre non si può ancora contare il danno economico derivante da questo focolaio, l’azienda deve farsi carico della procedura di disinfestazione e di bonifica del capannone. Inoltre, a scopo precauzionale, «gli animali introdotti nell’azienda devono essere vaccinati solo con vaccini registrati e sotto la supervisione del servizio veterinario dell’Asp», si legge nell’ordinanza. Se dovesse venir alle prescrizioni, la rappresentante della ditta rischia una denuncia penale per inosservanza dei provvedimenti dell’autorità. Della vicenda sono stati informati anche i carabinieri dei Nas della compagnia di Paternò e gli agenti della polizia municipale.


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