L’universo del poeta e musicista Nicolò Carnesi «A Palermo c’era un caos di qualità, ora è un’overdose»

Arriviamo all’appuntamento contemporaneamente, io carica di borse e lui carico di strumenti. A guardarlo da dietro sembra Tim Burton. Poi si volta, ti chiede scusa per l’attesa e ti sorride con l’espressione beata. Deve essere intenso, l’universo del poeta-musicista Nicolò Carnesi. Di sangue siciliano, si è trasferito a Milano da poco, dove tra la produzione dell’ultimo album Ho Una Galassia Nell’Armadio, amicizie e tour dice di aver trovato l’occasione di entrare in contatto con se stesso. Siamo allo Zsa-Zsa Mon Amour, al concerto di questa sera mancano un paio d’ore e riusciamo a fare due chiacchiere mentre gli altri allestiscono. 

«Sto lavorando ad un nuovo album e per il momento i primi temi che mi vengono in mente sono la solitudine e la noia, ma non c’è niente di definitivo – racconta – a Milano ho potuto sperimentare la vita lontano da casa, abito per la prima volta da solo e sto comprendendo molte cose di me stesso». Immaginando che in fondo tutti i Palermitani siano siano un po’ innamorati di Palermo, gli domando se non abbia nostalgia delle atmosfere del nostro centro storico o delle dinamiche di questa città, che tanto lo hanno ispirato nei precedenti lavori. «Di Palermo mi manca la serenità degli affetti. La mia casa, la mia famiglia e i miei amici. Per il resto, Palermo ha diversi pro e diversi contro. Ho vissuto qui abbastanza a lungo da lasciarmi influenzare positivamente e i suoi luoghi mi ispirano e mi emozionano ancora. Per questo motivo, per i contenuti e le sensazioni che ricevo stando qui non intendo lasciarla. Per un mese o giù di lì penso che resterò qui a finire di scrivere». 

A proposito della condizione di degrado nella quale sguazza questo piccolo mondo che è Palermo, Carnesi si affida ai ricordi: «Vivendo qui ho avuto la possibilità di frequentare diverse zone del centro, all’inizio erano luoghi di incontro, di conversazione e punti di riferimento per gente che avesse qualcosa da dire e c’era un bel caos di qualità, adesso è un’overdose di caos e di gente che si muove tra locali che aprono senza criterio e chiudono dopo un mese. Posti come i Candelai o la Vucciria sono stati lasciati nelle mani di sciacalli che hanno pensato di poter fare soldi rapidamente riversando in quelle strade gente di tutti i tipi. Così i posti si rovinano». 

Gli chiedo come trascorra il tempo libero a Milano, metropoli conosciuta nel mondo per eventi e personaggi distantissimi dalle corde di Nicolò Carnesi. «A Milano c’è più spazio per la musica di nicchia fatta dal vivo o per esempio per le mostre. La gente forse è più orientata alla forma e meno al contenuto, ma l’importante è circondarsi di persone con cui si va d’accordo, inoltre, è la città ideale per spostarsi, per fare tour e mi sono trovato bene anche per registrare». 

Wayne Coyne (Flaming Lips) ma anche Lucio Dalla e Paul McCartney sono gli artisti con i quale gli piacerebbe, o sarebbe piaciuto, collaborare. Intanto, sicuramente questa sera, collaborerà con Lodo Guenzi (Lo Stato Sociale) il quale si dice affascinato dalla lentezza con la quale si fanno le cose in Sicilia, dal nostro essere placidamente in ritardo su tutto. Noi lo siamo un po’ meno, ma va bene.


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