Mattarella via da Librino senza parlare ai cittadini Ai Briganti: «Continuate con la vostra esperienza»

Agli
Orti urbani di Librino, dove il presidente della Repubblica Sergio Mattarella fa la prima tappa a Catania, di residenti non c’è neanche l’ombra. L’onorevole arriva intorno alle 15.45, in ritardo di tre quarti d’ora sulla tabella di marcia, tra un corteo di auto blu. Al suo arrivo i saluti, in ordine, della ministra per i Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro, del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, del presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gianfranco Micciché e del sindaco di Catania Enzo Bianco. Il presidente Mattarella ha ascoltato un brano eseguito dall’orchestra giovanile di Librino e ha passeggiato in mezzo alla terra coltivata dai cittadini librinesi. A questo punto, secondo quanto riportano le agenzie di stampa, avrebbe incontrato Stefano Curcuruto, presidente dei Briganti rugby di Librino – la cui club house è stata incendiata la settimana scorsa – e a lui avrebbe detto: «Non perdete questo patrimonio, che è fatto dei vostri bambini, continuate questa esperienza». 

Alle
16.30, quasi un’ora dopo l’arrivo dell’inquilino del Quirinale a Librino, è stato il momento dell’inaugurazione di viale Carlo Azeglio Ciampi. Ribattezzato «Carlo Alberto Ciampi» da Nello Musumeci in una piccola gaffe durante il suo emozionato discorso prima che venisse svelata la targa. Sia Musumeci sia il sindaco Bianco, nei loro interventi, hanno ricordato la visita di Ciampi nel capoluogo etneo del 1998. «Dal grigiore dei cento morti ammazzati l’anno si era passati alla primavera», dice Musumeci. Con riferimento alla stretta collaborazione che lo legava allora, nel suo ruolo di presidente della provincia, al primo cittadino Enzo Bianco. Che vent’anni fa ricopriva lo stesso ruolo di oggi. Quest’ultimo, guardato da lontano da almeno una quindicina di vedette dello spaccio, ha ricordato di avere «tolto il Palazzo di cemento alla mafia». L’edificio di viale Moncada sgomberato nel 2011 e adesso in corso di riqualificazione (nonostante lo stop imposto dal ritrovamento, nei piani più alti, di alcuni ordigni esplosivi). 

Il presidente Mattarella, del quale si attendevano le dichiarazioni, ha preferito non parlare né rivolto al pubblico né con la stampa. «Tutto questo traffico per niente – dice un cittadino deluso a MeridioNews – Qualcuno può dirci perché non ha parlato? Lo abbiamo aspettato due ore e non ha nemmeno salutato gli abitanti. Hanno fatto 
due giorni di lavori ma tutto tornerà come prima. Chiediamo la presenza delle istituzioni in questo quartiere dimenticato». Ma che la visita sarebbe stata piuttosto rapida e istituzionale si era capito già da prima delle 14. Nello spazio antistante gli Orti urbani c’erano soltanto i bambini dell’orchestra infantile di Librino e i loro genitori, assieme all’entourage dei politici presenti e ad alcuni baby sindaci. Per il resto: vento freddo e nessun abitante. «Librino ha fatto dei passi avanti e oggi l’arrivo del presidente Mattarella è un segnale importante», aveva detto ai giornalisti il presidente della Regione Siciliana Musumeci. I pochi curiosi erano affacciati dai balconi di viale Moncada 18. In strada non passava nessuna automobile. Intorno alle 14.30 a rompere il silenzio dell’attesa erano stati solo gli zoccoli del cavallo attaccato a un calessino e portato in giro da un giovane fantino.

Il rione alla
periferia Sud della città era blindato: artificieri, unità cinofile, cecchini sui tetti, elicotteri che sorvolavano l’intera zona dalla mattina. Il clima era quello delle grandi occasioni. Il corteo del presidente Mattarella, del resto, era un’inedito per quella parte del capoluogo etneo. Dove mai nessun inquilino del Quirinale si era presentato in visita istituzionale. La scelta di inaugurare viale Ciampi assieme al presidente della Repubblica, però, ha un valore simbolico per un pezzo di Librino che è rimasto a guardare dall’alto: l’ospedale San Marco, eterna incompiuta nonostante le promesse. «Il prossimo impegno è aprire l’ospedale San Marco – interviene Musumeci – Ho già parlato con l’assessore Ruggero Razza (alla Sanità, ndr) e c’è la volontà di raggiungere questo risultato». Nel frattempo, però, gli anni di ritardo si moltiplicano e la struttura – costruita dalla ditta Tecnis, tra le mille peripezie che l’hanno accompagnata – rimane vuota.


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