Lou Reed, il rocker che guarda a oriente

Con una medaglia al petto come “Ambasciatore di Torino”, Lou Reed, dopo aver nobilitato la recente Olimpiade della Neve, ha iniziato il suo nuovo tour italiano, vasto come date, che lo ha visto poi a Firenze, Mantova, Milano, Piacenza e che stasera lo vede a Roma. Il tour proseguirà venerdì a Perugia, sabato a Ravenna, domenica a Teramo per approdare martedì 7 Marzo a Catania, al Palacatania, per la sezione musica di Etnafest. La data è già esaurita: 3.200 i biglietti venduti, quasi mille in meno a quelli preventivati in quanto il megapalco della rockstar americana ha sottratto spazio agli spettatori. Il tour italiano si chiude giovedì 9 a Napoli. Al fianco dell’ex-Velvet Underground, Mike Rathke alla chitarra, Fernando Saunders al basso e voce e Tony Smith alla batteria.

Catania festeggerà l’evento (è la prima volta che il rocker newyorkese suona sotto l’Etna, mentre ha già suonato de volte a Palermo) con il Wilde Side Party, serata a tema, organizzata da Vivicatania&Glamour Cafè: nel corso della serata la proiezione del video “Trasformer” dove si ripercorre la storia della realizzazione dell’album “Tansformer” attraverso una serie di interviste con Lou Reed, il bassista Herbie Flowers e l’ingegnere del suono Ken Scott. Il tour italiano di Reed fa parte di un lungo tour europeo (14 date) nato per festeggiare il contratto recentemente firmato con una delle etichette indie più in espansione, la Sanctuary Records. Ben 11 sono le date italiane ed è un premio che Lou Reed ha voluto accordare ai fans italiani da sempre a fianco del musicista.

La vita di Reed, come noto, è stata segnata dalla gloria, a metà degli anni 60, con i Velvet Underground seguita da una crisi personale che lo portò fuori dalla band per poi tornare come solista con album indelebili come “Transformer”, “Rock & Roll Animal”, “Berlin”, “Sweet Hassle”. Nonostante i suoi 64 years old che festeggerà domani, Louis Firbank (vero nome di Reed), il rocker americano è ancora capace di entusiasmare generazioni diverse affascinate dalla lunga carriera nel grande circo del rock. Oggi Reed è un artista versatile che unisce la innata passione per la musica con la poesia (vedi il recente omaggio a Edgar Allan Poe in “The Raven” del 2001) e la fotografia artistica. La rockstar newyorkese, negli anni, ha sostituito la vena più dura, nera e aggressiva con forme espressive alternative e una passione per il Tai Chi, variante del Kung Fu, per il quale scrive musica di ambiente.

Lou Reed ha incontrato l’arte marziale orientale nella sua New York. L’incontro è la storia di due sopravvissuti, da una parte una leggenda del rock ‘n roll, dall’altra un maestro di Tai Chi  ovvero Ren Guangyi. Reed è il sopravvissuto alle strade di New York, sopravvissuto alla morsa della droga, una carriera votata al rock. L’altro proviene dagli anni più duri della Cina rurale, che ha combattuto per difendere la sua arte, che ha dormito per strada in inverno, che è sopravvissuto alla Rivoluzione Culturale e ha trovato una nuova vita in America. A New York sono studente e insegnante, entrambi maestri della loro arte, la musica e il Tai Chi Chuan. Un rapporto allo stesso tempo tradizionale e modernissimo, un viaggio di amicizia, di scoperta e di amore reciporco per le arti marziali.

(tratto da “Vivere”. numero 329. 1 marzo 2006)


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