L’ospedale più grande della Sicilia perde l’Uos di Virologia «Assurdo durante la pandemia, la Regione torni indietro»

Potrebbe rivelarsi uno dei tanti esempi che fanno pensare a come la vita sia diversa, se considerata prima o dopo il Covid, oppure una modifica che in termini pratici comporterà poco o nulla. Certo è che il nuovo atto aziendale approvato dall’Arnas Civico Di Cristina Benfratelli di Palermo farà discutere e potrebbe rimettere nel mirino le scelte della Regione in tema di gestione della pandemia. Un tema che ha segnato gli ultimi due anni di governo, dalla comparsa del virus fino all’indagine giudiziaria sui dati falsati, e che è ritornato al centro dell’attenzione nelle ultime settimane. Come sale sulle ferite di una maggioranza che sembra avere dato il benservito a Nello Musumeci. La notizia, scoperta quasi per caso, tra i reparti del Civico – l’ospedale più grande della Sicilia e tra i più importanti del Mezzogiorno – si è diffusa con l’inizio del nuovo anno, ma risale allo scorso autunno quando l’azienda sanitaria ha preso atto del via libera della giunta regionale al nuovo atto aziendale, ovvero lo strumento che ridisegna l’organizzazione interna ai due ospedali che fanno capo all’Arnas: in fondo all’allegato 2 c, accanto alla dicitura Unità operativa complessa Microbilogia e Virologia, non compare alcuna Unità operativa semplice. Nello specifico, a essere stata soppressa è la Uos Virologia

Leggendo l’ottantina di pagine che compongono il documento non si trovano riferimenti espliciti alla Uos in questione, ma solo un passaggio – a pagina 53 – in cui, parlando della riorganizzazione introdotta con il nuovo atto aziendale, si legge: «In considerazione della diuturna carenza di medici, della finestra temporale, progressivamente sempre più ampia, necessaria al loro rimpiazzo stabile e definitivo, dovendo rispettare i dettami provenienti dalla normativa regionale in materia di dotazione di organico delle strutture semplici, l’Arnas Civico ritiene, anche per agevolare i processi interni di armonizzazione operativa, di dover contrarre il numero delle UU.OO.SS. attivate e/o da attivare attestandosi su un valore numerico complessivamente inferiore rispetto al precedente organigramma». Parole che, alla luce della pandemia che stenta a essere arginata, hanno lasciato perplessi quanti temono un depotenziamento del ramo che, tra le altre cose, si occupa della gestione della grossa mole quotidiana di tamponi da processare, tra pazienti in ingresso negli ospedali e il vastissimo personale sanitario che opera.

«La scelta nasce semplicemente dall’applicazione della nuova rete regionale ospedaliera, al momento questa Uos non è prevista – dichiara a MeridioNews il direttore generale dell’Arnas Roberto Colletti – Noi non abbiamo fatto altro che adeguarci alle linee che sono arrivate dall’assessorato. Vedremo se ci saranno correttivi da apportare». Da parte del direttore sanitario Salvatore Requirez arriva la garanzia che per gli utenti non ci saranno cambiamenti in termini assistenziali. «Ogni cittadino può stare certo del fatto che alcun tipo di flessione sarà registrata, né in termini qualitativi né di volume di lavoro – assicura Requirez a MeridioNews – Si tratta di una riorganizzazione interna che ha seguito direttive precedenti alla comparsa del Covid». Il riordino della rete ospedaliera, infatti, è stato approvato con un decreto dell’assessore alla Salute Ruggero Razza a gennaio 2019. Sette mesi dopo un altro decreto che ha trasmesso alle aziende le linee guida da seguire per adattare i singoli atti aziendali. «Per quel che mi riguarda, la problematica è condivisibile perché, trattandosi di uno dei laboratori ospedalieri più importanti della Sicilia, è giusto auspicare che possa mantenere dignità strutturale – aggiunge Requirez – Ma parliamo di organizzazione del lavoro, non di fare venire meno i servizi agli utenti. In ogni caso, dal canto mio, ho già fatto sapere alla direttrice dell’unità operativa complessa che mi farò carico di questa istanza e ne parlerò con l’assessorato».

A guidare la Uoc è Francesca Di Bernardo. MeridioNews ha provato a contattare la dottoressa per un commento, ma senza riuscirci. Chi invece prende posizione sono le forze d’opposizione. «Stiamo approfondendo la questione per verificare che davvero i livelli di assistenza non risentiranno di questa scelta», è il commento che arriva dallo staff del deputato regionale di Cento passi Claudio Fava. Posizione simile quella del Movimento 5 stelle che, per bocca del deputato Salvatore Siragusa, rivela di non escludere di fare un’interrogazione all’assessore Razza. «Una notizia che sinceramente sembra assurda e che può legittimamente creare dubbi alla popolazione, per questo credo che il governo debba chiarire quali saranno gli effetti di questa riorganizzazione», dichiara l’esponente cinquestelle. 

In merito alle attività del laboratorio del Civico, a fine 2020 sembrava essere dietro l’angolo un investimento per potenziarne l’attrezzatura e velocizzare i tempi. I soldi sarebbero dovuti arrivare da Roma, tra quelli destinati al sistema sanitario regionale per fronteggiare il Covid. Da allora, però, nulla è stato fatto. Il motivo è spiegato da Tuccio D’Urso, il capo della struttura commissariale che si sta occupando di gestire gli interventi sull’isola. «Il progetto rientra tra i cinque che il ministero non ha accolto e, quindi, non sarà finanziato. Il motivo? Non è stato ritenuto coerente con gli obiettivi dei finanziamenti», spiega D’Urso a MeridioNews. Ricevuto il rifiuto, la Regione ha deciso di cambiare strategia. «C’è un’interlocuzione coi vertici dell’azienda sanitaria, a breve trasmetteremo il progetto e sarà l’Arnas a occuparsi della realizzazione con fondi propri».


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