Il gruppo, creato dall'associazione La città invisibile, ha effettuato un sopralluogo nell'auditorium che per i prossimi due mesi dovrebbe ospitare le attività. Un locale pieno di scatoloni di libri e inaccessibile nel pomeriggio. Quindi i ragazzi, che provano proprio nelle ore libere dalle lezioni scolastiche, non potrebbero esercitarsi. «Tutti si chiedono perché e che cosa aspetta il sindaco ad occuparsi in modo serio di questi bambini»
L’orchestra Falcone Borsellino in via Zurria Soluzione temporanea ma indadatta
Una soluzione temporanea che lascia scontenti tutti. La sede provvisoria assegnata all’orchestra giovanile Falcone Borsellino è stata individuata nella sala Papotto di via Zurria, un auditorium dentro gli edifici in cui si trova la prima municipalità. Per due mesi, secondo quanto proposto dall’assessore al Patrimonio Giuseppe Girlando, i ragazzi dell’ensemble musicale dovranno riunirsi nella struttura, in attesa che si trovi una nuova soluzione o venga accolta la richiesta di ottenere il centro Midulla. Stamattina i rappresentanti dell’associazione La città invisibile, ente che ha creato il gruppo musicale, hanno percorso la strada che separa l’ex cinema Midulla dalla sala Papotto, un tragitto lungo un chilometro con i marciapiedi invasi da bancarelle e auto. «Un percorso che i bambini di 6-7 anni spesso non accompagnati per ragioni familiari e con lapprossimarsi dellorario invernale, non potrebbero compiere senza rischiare di essere travolti, o peggio, di fare brutti incontri», dichiarano i genitori.
Accompagnati da alcuni commercianti della zona, dal consigliere comunale Agatino Lanzafame e da Luciano Traina (fratello di Claudio poliziotto assassinato nella strage di via D’Amelio), il gruppo in via Zurria ha trovato solo il custode. All’interno dell’auditorium, l’amara sorpresa: un unico locale, pieno di scatoloni contenenti libri del patrimonio dell’assessorato alla Cultura e inaccessibile nel pomeriggio. Quindi i bambini, che frequentano l’orchestra proprio nelle ore libere dalle lezioni scolastiche, non potrebbero seguirle.
All’interno del complesso che ospita la prima municipalità hanno sede anche gli uffici dei Servizi sociali, i cui dipendenti hanno manifestato la propria solidarietà al progetto portato avanti dall’associazione La città invisibile per i risultati ottenuti. «Mentre da tutta Catania e persino da tutta Italia arrivano messaggi di solidarietà e indignazione per quanto stanno patendo questi coraggiosi ragazzini, la petizione online sfiora le 30mila firme di sostenitori – scrivono in un comunicato i membri dell’ente – Tutti si chiedono perché e che cosa aspetta il sindaco ad occuparsi in modo serio di questi bambini».