Il provvedimento è stato eseguito dalla Dia nei confronti di Angelo e Giuseppe Ingrassia, entrambi di 61 anni, ritenuti vicini a Cosa nostra. Secondo gli investigatori, avrebbero monopolizzato l'attività attraverso la cooperativa 'Carovana Santa Rosalia'
Ombra della mafia sul mercato ortofrutticolo La Dia confisca beni per 150 milioni di euro
Una vera e propria «regia occulta in grado di prestabilire il prezzo dei beni in vendita nel mercato, controllare il trasporto su gomma da e per la Sicilia occidentale e i principali centri di approvvigionamento». Questo, secondo gli inquirenti, il ruolo della mafia in grado di monopolizzare il mercato ortofrutticolo di Palermo, sia direttamente sia attraverso prestanome, tramite l’influenza della famiglia dell’Acquasanta, retta clan dei Galatolo.
Sono scattati così i sigilli a beni per un valore di 150 milioni di euro confiscati dalla Dia di Palermo, in esecuzione di un decreto emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale nei confronti di Angelo e Giuseppe Ingrassia, entrambi di 61 anni, ritenuti vicini a Cosa nostra. La confisca riguarda numerosi beni immobili tra cui fabbricati, appartamenti, terreni, negozi e magazzini, quote di partecipazione societaria, autocarri, auto e moto veicoli e diversi rapporti bancari e prodotti finanziari.
Gli Ingrassia, titolari di vari stand nel mercato ortofrutticolo, secondo gli investigatori avrebbero monopolizzato l’attività attraverso l’utilizzo dei servizi forniti dalla cooperativa ‘Carovana Santa Rosalia‘ per compravendita di merce, facchinaggio, parcheggio, trasporto e vendita di cassette di legno e materiale di imballaggio. Numerosi indizi raccolti avrebbero inoltre confermato le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Giuseppe Ingrassia è stato ritenuto dal Tribunale di Palermo «socialmente pericoloso» e per questo sottoposto a sorveglianza speciale per quattro anni.