L’Italia si ferma/ Anche il Siulp solidarizza con i manifestanti: “Daremo ascolto alla voce del popolo”

La protesta è trasversale. Nonostante tutti i tentativi di ridimensionare, se non di diffamare, la gente che ieri è scesa nelle strade di oltre 100 città (e comuni) italiani con 117 presidi, per dire basta ad una politica che strozza cittadini ed imprese, il disagio sociale è ormai esploso. A manifestare, una classe di italiani impoveriti che non vedono nessuna  volontà da parte del Governo di andare incontro alle classi più deboli. Come vi abbiamo raccontato qui, solo in Sicilia, regione da dove tutto è partito con il Movimento dei Forconi, la protesta è in sordina. I siciliani stanno bene, evidentemente, o si sono lasciati intimidire dalle direttive delle Prefetture o da altro.

Ma quello che passerà alla storia della giornata di ieri è il segnale arrivato dalle Forze dell’Ordine. Che a Torino, come in altre città, si sono tolti il casco in segno di solidarietà.  Il video ha fatto il giro del web suscitando entusiasmo. Anche loro sono dei lavoratori vessati. Ovvio che dalle Prefetture si tenta di sminuire quanto accaduto. Non possono fare altrimenti.

Il gesto, al di là delle parole ufficiali, ha segnato, in maniera indelebile, la giornata di ieri. Che già si era aperta con un comunicato stampa dell’Ugl Polizia di Stato in cui il Sindacato, pur condannando le gesta degli esagitati che a Torino hanno causato scontri con gli Agenti, si schiera al fianco di un popolo esasperato da politiche economiche anti democratiche. Non solo il plauso ai poliziotti che si sono tolti il casco, ma l’esortazione ai politici a fare lo stesso: “Adesso tocca a voi togliervi il casco, uscire da quella torre d’avorio che vi impedisce di ascoltare le grida d’aiuto di un popolo”.

E dopo l’Ugl arriva anche il Siulp, altro Sindacato di Polizia:

Quanto accaduto a Torino, a Genova e in tutte le altre città, nonostante i soliti delinquenti professionisti del disordine che hanno dato sfogo alla loro indole criminale e violenta, senza però riuscire a separare il “Paese” (cittadini e poliziotti), merita un plauso a tutti quei colleghi di tutte le forze di polizia che oggi (ieri, ndr), in modo professionale e coraggiosamente hanno detto simbolicamente basta alla lontananza della politica governativa e dei palazzi del potere rispetto ai danni che stanno producendo contro le famiglie e i lavoratori di questo paese.

Togliersi il casco in segno di manifesta solidarietà e totale condivisione delle ragioni a base della protesta odierna di tutti i cittadini che hanno voluto gridare basta allo sfruttamento e al soffocamento dei lavoratori e delle famiglie italiane, è un atto che per quanto simbolico dimostra però che la misura è colma e che i palazzi, gli apparati, e la stessa politica ormai sono lontani dai problemi reali dei cittadini e troppo indaffarati ai giochi di potere per la propria sopravvivenza e conservazione della casta” afferma in una nota Felice Romano, Segretario Generale del SIULP. Che aggiunge:

Ecco perché il governo in primis e il ministro Alfano a seguire, bene farebbero al ascoltare il Sindacato e prima ancora i cittadini di questo Paese; giacchè la misura è colma e se non si inverte questa tendenza a chiedere sempre e maggiori sacrifici in cambio di nulla, a maggior ragione quando non si da il buon esempio cominciando a rinunciare i propri privilegi che sono tanti, anzi troppi, si ricordino il passaggio biblico nel quale si afferma: “terribile sarà l’ira degli onesti”.

Speriamo che questo segnale sia da monito ai palazzi del potere, alle caste, al governo ma anche a tutti i violenti e i professionisti del disordine.
Questa volta nessuno riuscirà a separare il “Paese” sano costituito dai lavoratori, dalle famiglie e dai servitori dello Stato, come accaduto negli anni di piombo. Che il governo ne tragga le dovute e necessarie conseguenze.

Il SIULP sarà a fianco e con questi colleghi per dire basta allo sfruttamento e al maltrattamento dei poliziotti e dei cittadini, per dire ascoltate la voce del popolo”.

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La protesta è trasversale. Nonostante tutti i tentativi di ridimensionare, se non di diffamare, la gente che ieri è scesa nelle strade di oltre 100 città (e comuni) italiani con 117 presidi, per dire basta ad una politica che strozza cittadini ed imprese, il disagio sociale è ormai esploso. A manifestare, una classe di italiani impoveriti che non vedono nessuna  volontà da parte del governo di andare incontro alle classi più deboli. Come vi abbiamo raccontato qui, solo in sicilia, regione da dove tutto è partito con il movimento dei forconi, la protesta è in sordina. I siciliani stanno bene, evidentemente, o si sono lasciati intimidire dalle direttive delle prefetture o da altro.

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