L’intervista/Innocenzo Leontini: “L’Europa sarà unita quando non farà più discriminazioni””

“ANCHE LA SICILIA E` EUROPA, COME LO SONO BERLINO, BARCELLONA, PARIGI. SERVONO MISURE FORTI, SUBITO: LA DISPERAZIONE SOCIALE NON PUO` ATTENDERE”.
I suoi giri per la Sicilia, provincia per provincia, paese per paese, continuano senza sosta e Innocenzo Leontini, candidato nella lista di Forza Italia alle Europee, e` uno che non perde ne` la fiducia ne` la pazienza. `E` una campagna elettorale difficile – ci dice al telefono -, caratterizzata da un disagio sociale e da una sfiducia nei confronti della politica che si tocca con mano, ma se riesci a parlare di quello che vuoi fare, trasmettendo entusiasmo e una visione per il futuro allora la gente ti ascolta, eccome`. Leontini è uno che la politica la fa e la conosce, con la stessa passione di sempre. E` stato deputato regionale per quattro legislature e assessore, alla Sanità  prima e all’Agricoltura poi, ma per i suoi amici ed elettori rimane ‘il professore’, per la sua passione per i libri, per la cultura classica e per il pianoforte.

MANCANO POCHI GIORNI AL VOTO DELLE EUROPEE. CHE ARIA TIRA?
“Inutile nascondere che per le strade si respira tanta sfiducia nei confronti della politica, in generale. In Sicilia inoltre, ad una crisi congiunturale si aggiunge una situazione di grave deficit strutturale, nei servizi, nei collegamenti, e una crisi occupazionale che è drammatica. Ecco, l’Europa è chiamata a risolvere queste situazioni. Bruxelles deve farsi carico di situazioni diverse, ognuna delle quali contraddistinta da specificità e problematiche differenti. E` una sfida aperta che può e deve essere vinta. Io ci credo”.

COME SI COMBATTE  L`EUROSCETTICISMO E IL POPULISMO?
“Sono fenomeni connessi, che si alimentano e che sfruttano politicamente ed elettoralmente una disperazione sociale ed economica. Sulla analisi siamo tutti d`accordo, ma sulle soluzioni e sulla prospettiva di medio e lungo termine no. E’ vero, l`Unione europea è venuta meno dal punto di vista politico e direi anche culturale, privilegiando una visione economico-finanziaria su tutto il resto. E’ mancata la percezione delle differenze dei territori che compongono l`Unione, la capacità di governare le differenze e la complessità di situazioni diverse, ma per ridare slancio e forza alle ragioni di un Europa forte occorre puntare su ciò` che ci unisce, che è molto di più di ciò che potrebbe dividerci. Non è il tempo degli egoismi nazionalistici, ma quello del gioco di squadra, in una prospettiva globale che boccia tutte le tentazioni protezionistiche e isolazioniste. Serve maggiore partecipazione e legittimazione dal basso, e una vera unione politica e programmatica, tenendo ben presente che non possono essere ammesse distinzioni e differenze: anche l’Italia è Europa, anche Palermo, Enna, Siracusa, Lampedusa e Ragusa lo sono, come Berlino, Barcellona o Parigi”.
IL SUO RIFERIMENTO ALLA EMERGENZA IMMIGRAZIONE E` CHIARO…
“Sino a quando l`Unione europea non capirà che l`immigrazione clandestina e la disperazione di chi cerca di raggiungere le coste siciliane per salvarsi da fame e morte, è un problema di tutti, nessuno escluso, allora il processo di integrazione europea e di condivisione di un destino e di un percorso politico rimarranno una utopia. Rivendichiamo solidarietà e assunzione di responsabilità.  Dobbiamo essere Europa sempre: quando piove e quando c`è il sole, nei problemi e nei benefici. E` un concetto semplice ma a Bruxelles qualcuno fa il sordo senza esserlo”.

FORZA ITALIA E IL CENTRODESTRA QUALE CONTRIBUTO POSSONO DARE?

“Ritengo che il contributo di Forza Italia alle ragioni del PPE sia indispensabile. Forza Italia vive un passaggio di transizione ma mantiene il suo appeal su un elettorato che vede prevalere i moderati, soprattutto se ci si presenta uniti e con un programma condiviso che punti sul sostegno alla famiglia, alle piccole e medie imprese, che punti su uno sviluppo ecosostenibile, su uno Stato `leggero` al servizio dei cittadini, sul rilancio della cultura e dei servizi, su un fisco meno pesante e invasivo e sulla voglia di affermarsi dei giovani, sostenendo meritocrazia e competenza. E’ per questo che Silvio Berlusconi è una risorsa, e sono sicuro che anche queste elezioni ne confermeranno sia la capacita` di leggere la realtà` del Paese sia quella di rappresentare le prerogative di un centrodestra che vuole ritornare a vincere con il suo programma, con i suoi valori, con la sua ricetta per uscire dalla crisi”.

E IN SICILIA QUALE RISULTATO VI ASPETTATE?
“La Sicilia dara` il suo contributo. Siamo molto fiduciosi. Il contatto diretto con le persone, la voglia di misurarsi e di confrontarsi sui problemi concreti, sulle cose da fare, sulle soluzioni possibili sono un indizio di una voglia di fare che deve essere recuperata. La Sicilia e i siciliani devono purtroppo fare i conti con un presidente della Regione inadeguato, con una maggioranza che non e` mai stata ben definita e che consente solo una navigazione a vista, rincorrendo le emergenze che sono quotidiane e nei confronti delle quali né Crocetta né i suoi sodali sanno dare risposte. E’ questa la triste realtà. L`elezione di Crocetta a presidente della Regione e` una conseguenza diretta di un centrodestra diviso che deve tornare alla sua compattezza se vuole tornare a vincere e a garantire sviluppo e un riscatto sociale ed economico. Io sono qui per dare il mio piccolo contributo in questa direzione e registro la condivisione e la sinergia di un fronte molto ampio, ed è per questo che ringrazio loro per la fiducia che ripongono in me e per la loro amicizia”.


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