Lingue in scena!

Tre anni fa a Graz un collega indiano in un seminario sulla Drama Education ci mostrò un video creato insieme ai suoi alunni. Come in un musical bollywoodiano i ragazzi interpretavano in tedesco con molta efficacia un poema epico indiano. Concependo così la lingua straniera come trasmissione delle proprie radici: come luogo d’incontro. Durante la formazione in ambito teatrale avevo già sperimentato la narrazione in altre lingue riflettendo sempre su quanto la lingua possa influenzare il pensiero e viceversa. Sicuramente la creazione collettiva di un testo teatrale da una nostra storia avrebbe sviluppato aspetti cognitivi, sociali, emotivi di grande importanza per l’apprendimento di una lingua straniera.

 

Così quest’anno ho proposto alle mie classi dell’IISS De Nicola (Polivalente) a San Giovanni La Punta CT, di mettere in scena la leggenda di Cola Pesce in lingua tedesca. A settembre avevo frequentato un corso, organizzato dal Goethe-Institut di Torino, propedeutico alla partecipazione al Concorso Nazionale: Col tedesco in scena! Questa sarebbe stata la verifica finale di un percorso laboratoriale guidato insieme a Magda Brudziak, madrelingua tedesca e esperta di Darstellendes Spiel (Arte interpretativa) materia curriculare in Germania.

 

In una prima fase abbiamo lavorato molto sull’idea che ognuno di noi aveva della leggenda, interpretando solo con l’espressione corporea e canti corali i personaggi e i singoli elementi della storia: il mare, la tempesta, i pesci, il mostro marino. Di Cola Pesce esistono varie versioni, noi abbiamo utilizzato le Fiabe italiane di Italo Calvino e le Sizilianische Märchen di Laura Gonzenbach. Come citazioni letterarie abbiamo inserito brani da Der Taucher (Il tuffatore) di Schiller, La Metamorfosi di Kafka e Il re in Thule di Goethe.

 

A gennaio il copione di massima era pronto, a marzo lo avevamo stravolto totalmente in un continuo lavorio e confronto col gruppo. Infine i ragazzi riuscivano a gestire il laboratorio autonomamente, assumendosi la responsabilità di far funzionare tutta la scena in un gioco di bio-meccanica, come con gli ingranaggi di una macchina.

 

Momenti culminanti: la metamorfosi di Niklas in Fischmensch (uomo-pesce) in un Contact creato dal gruppo; l’entrata in scena della corte di Federico II in ambientazione e musiche medievali; il re melanconico e avido di sapere; Niklas combattuto tra Diritto e Dovere (Recht und Pflicht). La lingua tedesca si presta molto per l’interpretazione teatrale, così piena di assonanze come Mensch Fisch Schiff, Mund Maul, Fuß Flosse Floß.

 

A Torino siamo riusciti ad incantare il pubblico e la giuria, arrivando primi con le nostre scene contenute tutte in uno zaino da campeggio, ispirandoci, non solo in questo, al teatro povero di Grotowski. Ora sempre a Torino a metà maggio dovremmo rappresentare l’Italia al Festival europeo “Lingue in scena!” e intanto speriamo di poterlo inserire come ospite nel Progetto Teatro Giovani organizzato dal Teatro Stabile di Catania e quindi di poterlo rappresentare almeno una volta al Teatro Musco a fine maggio.

 

Vedere gli alunni trasformarsi in attori e di conseguenza in spettatori critici e attenti rappresenta una bella soddisfazione, ancora più grande se in un contesto europeo. Ciò conferma quanto la scuola possa contribuire per una effettiva cittadinanza plurilingue, se attenta anche alle tradizioni culturali europee da sostenere sempre quali il teatro, il canto e il narrare.

Marina Bertino

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